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REPUBBLICA.IT I saluti di Luis Enrique. Progetto con Villas Boas?

Luis Enrique

(M.Pinci)Quelle parole dal sapore d’addio, pronunciate dopo i cori furenti dei tifosi contro di lui e mentre duecento persone aspettavano inutilmente la squadra per contestarla, hanno il sapore di un addio: Luis Enrique pensa a un futuro lontano da Roma. E la Roma ha già capito di dover guardare al futuro. Un futuro in cui la proprietà americana sarà più presente di oggi, con un nuovo amministratore delegato (prenderà il posto di Mark Pannes) presente a Trigoria e che, a tutti gli effetti, eserciterà i poteri di un presidente. Ma soprattutto, con quello che – a questo punto quasi inevitabilmente – sarà un nuovo allenatore. Tra voci smentite come un ritorno di Capello, tra chi si candida come Mazzarri, chi è stato cercato un anno fa come Villa-Boas e magari a fine anno potrebbe tornare a catalizzare le attenzioni. Ma soltanto in caso Luis Enrique sia stanco di Roma.

CONSULTAZIONI APERTE: DA MAZZARRI A VILLAS-BOAS –
Per cautelarsi, però, le consultazioni sono già iniziate: martedì un dirigente giallorosso, a colloquio con un agente di mercato, si è sentito offrire Walter Mazzarri, oggi a Roma ma con il suo Napoli, avversario sabato proprio di Luis Enrique. Non ancora un “no” la risposta romanista, ma appare scontato come l’attuale tecnico partenopeo non sarà il prossimo allenatore della Roma. Perché a Trigoria vorrebbero fortemente che restasse Luis. E se così non dovesse essere, nessuno vorrebbe rinnegare gli ultimi 12 mesi di lavoro, ma proseguire nel solco della discontinuità con una certa idea di calcio. Non è certo una novità, ad esempio, il rapporto di amicizia tra Franco Baldini e André Villas-Boas, allenatore strapagato e poi scaricato dal Chelsea di Abramovich. “Ho subito sentito una simpatia con lui, ma Villas-Boas costava troppo”, disse in estate Baldini.


LA SUGGESTIONE CAPELLO, GLI “AMICI” ALLEGRI E PRANDELLI. SOGNO GUARDIOLA –
Oltre alla “simpatia”, però, resta la grande stima tecnica che Baldini ha del tecnico portoghese, intatta anche dopo il flop londinese. Per questo, in caso di addio di Luis, Villas-Boas sarebbe il candidato principe per ereditarne la panchina. Anche perché su di lui nessuno, a Roma, potrebbe nutrire dubbi. In mattinata, invece, era circolata persino l’idea di un suggestivo ritorno di Capello. Idea smentita sul nascere. Non meno complicato sarebbe riportare a Roma, Montella, bocciato un anno fa e non certo in ottimi rapporti con l’attuale dirigenza. Tutto il contrario di Prandelli e Allegri, due tecnici che non hanno ancora certezze (anche se per motivi diversi) sul proprio futuro. E se Guardiola lascia il Barça un tentativo potrebbe essere fatto.

DUE GIORNATE A OSVALDO, TORNA BOJAN
– Intanto, però, la Roma continua anche il lavoro quotidiano per le ultime quattro partite che la separano al fischio finale della stagione. Un allenamento “blindato” da due veicoli antisommossa delle forze dell’ordine, allarmate da un rischio contestazione decisamente sopravvalutato: una ventina di persone presenti hanno timidamente manifestato le proprie ragioni ai giocatori che lasciavano il centro sportivo, senza neanche fermarsi ad ascoltarli. Ma le preoccupazioni sono altre: sabato c’è già il Napoli, un ostacolo che Luis Enrique dovrà affrontare all’Olimpico senza De Rossi, ammonito da diffidato mercoledì con la fiorentina, e soprattutto Osvaldo. Le proteste eccessive dell’attaccante verso l’arbitro Brighi gli costeranno due giornate di squalifica. E, probabilmente, anche un multa del club. Se non altro tornerà Bojan, che ha scontato la giornata di squalifica, non Lamela, out altri due match dopo le tre giornate rimediate per lo sputo a Lichtsteiner. Se non altro, c’è Totti, due gol di fila nelle sua ultime due apparizioni. In un momento in cui il futuro è un pagina bianca, meglio aggrapparsi alle certezze di sempre.

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