Meno quattro dal terzo posto, seconda cinquina stagionale dopo quella al Cesena e finalmente una rimonta. Dati positivi, inconfutabili, ma per chi ha visto la gara contro il Novara, non del tutto tranquillizzanti. Una difesa da film horror, guidata da uno “strepitoso” Kjaer (così lo ha definito da Capitano vero Daniele De Rossi, ciò non toglie che a me ha procurato linee di febbre incontrollabili) e condita da un’inconsistenza tecnico tattica sulle fasce che probabilmente a livello di rendimento, collocano la retroguardia giallorossa tra le più scarse del nostro campionato. Nonostante tutto, noi siamo lì. La Lazio, come secondo previsione, è andata a Parma per prendere tre scaglie di parmigiano mentre l’Udinese ha preso solo un Destro secco. Ben altra musica ha ascoltato il Napoli del simpatico Mazzarri (la sfida con Conte è tosta) ovvero quella della tipica sveglia torinese, puntuale e ripetuta tre volte. Tre come i punti presi quindi su tutte le dirette concorrenti. Note davvero positive sono state il recupero psicofisico di alcuni elementi: Marquinho sta finalmente sbocciando dimostrando di essere quel calciatore di cui parlava Sabatini e Bojan si sta trasformando in un calciatore importante. Dettagli, particolari, sensazioni che fanno la differenza. Qualcuno diceva che “il football come la vita, è una questione di centimetri”. Anche di punti, da conquistare sul campo. A partire da Lecce, sia chiaro.
A cura di Andrea Di Carlo