Si va a Lecce con lo stomaco in confusione ed un olezzo non dei più piacevoli. Si va a Lecce pensando ai punti che si potrebbero conquistare ma che virtualmente potrebbero aumentare, a dismisura od in maniera contenuta. Il calcioscommesse si riaffaccia prepotentemente dalle nostre parti e si gioca in una delle settimane clou dell’indagine incrociata fra più procure. Noi per fortuna saremo spettatori e forse beneficiari dei verdetti di questa indagine. La certezza arriva dalle parole di Antonio Iacovelli, factotum del Bari: “Per quanto concerne Bari-Roma ricordo una serie di telefonate da parte di Bellavista e De Tullio (ristoratore indagato a Bari, ndr) che mi chiesero se io sapessi se sulla partita si potesse scommettere con sicurezza. Bellavista offriva del denaro. Prima della partita vi fu un incontro, presenti io, De Tullio, un suo amico e Masiello, sotto casa di Masiello. De Tullio chiese se la partita era combinata, ma Masiello rispose che era solo e senza gli altri non si poteva fare niente“. Senza di noi, non si poteva fare. Per vari illeciti, rivolgersi altrove. Quindi per la Roma ci sarà solo il campo da gioco, un Lecce ostico fra le mura amiche che venderà cara la pelle, giocandosi le residue chance di salvezza, mentre privi di Pjanic e Totti, i giallorossi si affideranno alle geometrie di De Rossi, alla vena prolifica di Osvaldo ed al talento di Lamela e Bojan. Soprattuto dall’argentino ci si aspetta che torni ai suoi livelli, in modo tale da poter tornare ad esclamare, parafrasando il verso pilatesco “Ecce Homo”, un bel “(L)ecce Fenomeno”.