Basta. Basta così. La pazienza è finita come le partite da perdere. Si può perdere, soprattutto con grandi squadre, e lo si può fare anche con passivi importanti. Nello sport, succede, ma lo si fa perché i valori in campo lasciano un verdetto a fine della partita. A monte, la considerazione aprioristica di dover sudar affinché la maglia venga rispettata e la partita onorata. La tifoseria giallorossa non avrà vinto molto nella sua storia ma mai ha fatto parte della nostra storia, essere umiliati così fragorosamente dalla Juventus, prendere quattro gol e rinchiudersi, sconfitti, dopo otto minuti. Nessuno ci parlasse di dispiacere, di stadio fisiologico di crescita: si migliora con la voglia, con il carattere e con l’applicazione. A Torino non c’è stata forza,passione,gioco,intensità e dignità. Rose molto più scarse sono andate a Torino e se la sono giocata a viso aperto, prendendosi molte soddisfazioni, senza dimenticarci il passato, in cui ci si contendeva il titolo con la Juventus. Squadre con poca tecnica, ma un’anima che faceva battere il pugno sul petto alla gente romanista: “oggi è andata male ma avemmo dato tutto”. Invece il Nulla, il vuoto cosmico. La quarta partita dopo Firenze, Bergamo e Lecce, dove il secondo tempo non aveva senso ai fini del risultato. Un punto così basso non si era mai toccato. Affidandoci al proverbio, ora non si può che risalire. Forza Roma. La mia Roma.
A cura del nostro inviato Andrea Di Carlo