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AS ROMA Tancredi: “Ringrazio Baldini per avermi fatto tornare a ‘casa’. Stekelenburg? E’ tra i 5 portieri più forti al mondo”

Stekelenburg

Franco Tancerdi, preparatore portieri della Roma, intervistato da sito ufficiale del portiere Gianluca Curci (gianlucacurci.it), ha parlato degli estremi difensori giallorossi e ha rivissuto i momenti più toccanti della sua carriera giallorossa, passando per le parentesi di Londra e Madrid. Queste le sue dichiarazioni:

Che anno è stato dopo il suo ritorno a “casa” avvenuto in estate?

“Tornare a casa è stato fantastico e mi ha riempito d’orgoglio. Grazie soprattutto alla nuova società nella persona di Franco Baldini, che da tempo conosce i miei metodi di lavoro e la mia professionalità. Un ringraziamento va anche a Luis Enrique, persona stupenda e bravo allenatore, che mi ha ha dato l’opportunità di entrare nello suo staff”.

Ha trovato una Trigoria cambiata rispetto a qualche anno fa?

“No. La locations è sempre la stessa ed è straordinaria. Il giorno che sono rientrato a Trigoria ho provato un fremito, ho ritrovato facce che conoscevo e tanti vecchi amici. Come dicevo prima è stato proprio come tornare a casa”.

Che anno è stato per i portieri della Roma?

“Complessivamente il bilancio è buono, con qualche punta di “ottimo”. Tutti e tre i portieri mi hanno dato grandi soddisfazioni, tre ragazzi che prima di tutto sono amici tra loro e questo aspetto ha facilitato non poco il mio operato. Sono stato aiutato anche dalla loro bravura e quindi ho solo dovuto portare i miei metodi di lavoro ed esperienza. Ripeto, sono molto soddisfatto”.

Partiamo da Stekelenburg…

“Innanzitutto serve ricordare che questa è stata la sua prima stagione in Italia e che all’inizio del campionato ha subito un bruttissimo infortunio durante di Inter-Roma. Incidente dal quale il ragazzo si è ripreso molto bene e in tempi abbastanza rapidi, a differenza di altri portieri, come per esempio Cech, che hanno impiegato qualche anno. Quando ha ritrovato la continuità di rendimento si è nuovamente infortunato alla spalla, e ciò ha condizionato le sue prestazioni. Il valore di questo portiere non lo scopro di certo io, stiamo parlando di uno dei primi cinque d’Europa e quindi del Mondo”.

Calciatore con un curriculum di primo livello.

“Vice campione del mondo, con un numero consistente di gare giocate in Olanda con la maglia dell’Ajax. Da questo punto di vista la Roma può dormire sonni tranquilli, perchè è un portiere che può solo migliorare”.

Anche Lobont e Curci, quando chiamati in causa, hanno risposto presente…

“La forte unione che c’è tra di loro ha senza dubbio reso tutto più facile. Stiamo parlando di due grandi portieri e professionisti esemplari. Quando conosci la qualità del portiere che hai davanti non sempre è facile farsi trovare pronto quando vieni chiamato in causa. Personalmente non avevo nessun dubbio sulle loro qualità visto che li vedevo ogni giorno durante gli allenamenti. Dopo il ko di Stekelenburg, quando la gente si preoccupava, tutti noi dello staff eravamo tranquilli perchè vedevamo il loro lavoro, la loro professionalità e attaccamento alla maglia”.

Che portiere è Lobont?

“Lobont è un grande portiere. Otre ad allenarsi molto bene, è la persona che più di tutti spronava i suoi compagni di reparto. Nei suoi confronti c’è totale fiducia”.

E Curci? Dagli anni trascorsi con lui in primavera lo ha ritrovato in prima squadra.

“Curci l’ho lasciato ragazzo e ritrovato uomo. Sulle sue qualità tecniche c’è poco da discutere, è chiaro che le due retrocessioni gli hanno minato qualche certezza e soprattutto la sicurezza. Però abbiamo fatto un grande lavoro che gli ha permesso di ritrovare la giusta serenità e quando è stato chiamato in causa ha fatto sempre molto bene il suo lavoro”.

In questa stagione Stekelenburg è stato espulso due volte per fallo da ultimo uomo dopo l’assegnazione del calcio di rigore… Una regola troppo severa per i portieri?

“Non se ne può più. Le mie perplessità, con profondo rispetto, ho avuto modo di esprimerle a qualche direttore di gara e dirigente arbitrale. I portieri già pagano con il calcio di rigore e il cartellino giallo sarebbe già una punizione troppo severa, figuriamoci il rosso. La regola va cambiata altrimenti noi preparatori saremo costretti a dire ai nostri ragazzi di restare bloccati in porta e non azzardare l’uscita. Così facendo, però, verrebbe meno un gesto tecnico, una prerogativa del portiere. Se una squadra ha un portiere bravo a leggere l’azione è chiaro che prova l’uscita e a volte capita di arrivare con un pizzico di ritardo e quindi colpire l’avversario…”

Quindi i portieri sono troppo penalizzati.

“La regola va cambiata e mi auguro, come mi è stato detto da qualche parte, che questo avverrà. Altrimenti non so quali contromisure adottare, se non quella di dire al portiere di non uscire quando vede arrivare l’avversario e sperare in un suo errore. Posso capire il rosso quando l’atterramento arriva dopo un fallo violento, ma quando si prova a prendere il pallone senza arrecare danno…”

Soprattutto quando l’intervento arriva nella fase iniziale di una partita…

“Ovvio che condiziona tutti i restanti minuti dell’incontro”.

Con la Nazionale inglese?

“Dopo l’addio di Capello non sono più il preparatore dei portieri”.

Che Europeo sarà quello di Polonia e Ucraina?

“Quando si arriva all’Europeo o al Mondiale la squadra avvantaggiata è quella che ha giocato il minor numero di partite e che si presenta all’appuntamento con il minor numero di infortuni. Le favorite per il successo finale sono le solite: Spagna, Italia, Germania e Olanda. Magari con qualche sorpresa come la Francia, formazione che ho incontrato in qualche amichevole e che giudico interessante”.

Juve, Real Madrid, Nazionale Inglese. Cosa le hanno dato queste esperienze?

“Sono della filosofia che ogni avventura ha qualcosa da darti. Sono stato molto fortunato ed ho avuto la possibilità di allenare tanti grandi portieri come Buffon, Casillas e Joe Hart. Ripeto che ogni esperienza ti dà qualcosa e l’estero mi ha dato l’opportunità di vedere le cose da un’altro punto di vista. Il calcio italiano, però, resta sempre il più complicato per difficoltà e pressioni”.

Ci può dire come è nata l’idea di tornare a Roma? Se l’aspettava questa possibilità?

“No, non me l’aspettavo. Diversi fattori hanno permesso il mio ritorno, come per esempio il cambio societario e la mancanza di un preparatore dei portieri nello staff di Luis Enrique”.

Cosa c’è nel futuro di Tancredi?

“Io amo il mio lavoro di preparatore dei portieri. Mi sono state offerte anche altre tipologie di lavoro, ma questo mestiere mi affascina e lo sento mio. Quindi spero di continuare e di poter mettere a disposizione dei portieri che allenerò tutta la mia esperienza e il mio sapere”.

Totti 500 con la Roma…

“Francesco l’ho visto crescere. Stiamo parlando della storia, non solo della Roma, ma del calcio internazionale, visto che è conosciuto in tutto il mondo. E’ un ragazzo fantastico che sposta gli equilibri di una partita o di un’intera annata calcistica. Gli auguro tutto il bene possibile perchè, oltre ad essere un grandissimo calciatore, è anche una splendida persona”.

Se le dico 8 maggio 1983 cosa mi risponde?

“Data importante che ha segnato il coronamento di un sogno. La chiusura di un cerchio che era iniziato 3/4 anni prima. Da un certo punto di vista eravamo dei predestinati perchè era una squadra con valori tecnici e morali incredibili… forse una squadra che ha vinto meno di quello che meritava”.

Una fotografia che non dimenticherà mai?

“Lo spogliatoio di Genova, quando è arrivata la matematica certezza di essere campioni d’Italia, e la festa scudetto dell’Olimpico dopo Roma-Torino. Istantanee che porterò sempre con me”.

Secondo Lei è possibile tornare a festeggiare?

“Secondo me sì, perchè le basi ci sono. Quest’anno sono state gettate le fondamenta con investimenti fatti in calciatori di prospettiva, ai quali aggiungere le qualità di quelli già presenti in rosa come Totti e De Rossi. Io penso che questa squadra e questa società abbia un grande futuro. La fretta è cattiva consigliera e se andiamo a rivedere il nostro passato ci accorgiamo che, per vincere, Viola ha impiegato 5 anni e Sensi 8 “.

Serve quindi pazienza…

“Bisogna avere fiducia, quando si chiudono dei cicli e serve ricominciare non sempre è facile. Inoltre la Roma ha la possibilità di ripartire con la qualità di Totti e De Rossi che non è poco…”

Qual è il suo auspicio per il futuro?

“Sono contento e felice di quello che sto facendo e spero di farlo ancora per molto tempo”.

 

Fonte: gianlucacurci.it

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