(M. Pinci) – Una premiazione oggi con l’amministrazione comunale di Pescara, l’ultimo allenamento nella mattinata di domani. Poi, Zdenek Zeman sarà libero davvero di firmare con chiunque: nello specifico, la Roma. Giornata interlocutoria quella odierna, dopo la visita di ieri di Baldini al tecnico utile a definire un’intesa di massima. Sostanzialmente, manca soltanto la firma, anche se nulla – soprattutto dopo l’esito dei discorsi con Montella – può essere dato per scontato. In questo senso, conserva qualche speranza Sebastiani, presidente del Pescara: “Al 70 per cento va alla Roma, al 30 per cento resta. Decideremo entro 7 giorni”. Entrambe le stime, per il club biancoazzurro, sembrano quantomeno ottimistiche.
Perché, ormai, tutti gli elementi indicano come toccherà a Zeman ricostruire e rilanciare la Roma dopo la delusione Luis Enrique. Perché rispetto alle uniche alternative credibili (Villas Boas, con cui però c’è divergenza sui programmi, e Bielsa) Zeman garantisce quasi ciecamente la valorizzazione del patrimonio tecnico presente. E di quello futuro. Perché in un sistema calcio segnato da un profondo rosso, in cui la Roma chiuderà il prossimo esercizio con una cinquantina di milioni di euro di passivo, l’unica strada perseguibile è rappresentata dall’investire in giocatori abbordabili ma già di livello, anche se non di primissima fascia, per farli crescere in casa e farli rendere al massimo delle proprie possibilità. Un esercizio in cui Zeman è stato già maestro nella capitale, sia in giallorosso (Totti, Candela, Tommasi, Delvecchio) che in biancoceleste (Nedved, Di Matteo, Casiraghi), oltre che nelle varie tappe in provincia, da Foggia a Lecce fino a Pescara. Proprio i contorni tecnici restano da definire tra il tecnico e il club, perché per avere la Roma bisogna sposarne l’idea progettuale. Ma Zeman garantirà anche una capacità di adattamento che da uno straniero – come sono gli altri due candidati – sarebbe più difficile ottenere, per motivi di lingua, di idee e di conoscenza diretta di sistema e ambiente.
Proprio di questo si parlerà nelle prossime ore tra Roma e tecnico. Verosimilmente già da giovedì (anche se i contatti proseguono continuati) quando il Boemo sarà a Roma dopo il rompete le righe del club abruzzese. Di mercato, per ovvie ragioni, non si è ancora parlato. Ma per la squadra che ha in testa Zeman serviranno almeno due difensori – uno di fascia destra, un centrale – e due centrocampisti di livello. Presto per parlare di nomi, ma il target sarà del livello di giocatori come Pjanic. Al centro della difesa l’ideale sarebbe il torinista Ogbonna, veloce e forte fisicamente. Il problema è semmai la valutazione che ne farebbe il presidente Cairo, che al Milan avrebbe chiesto 20 milioni. Troppi. Ma la Roma continuerà a seguire giocatori di prospettiva, ma già di livello internazionale, da trasformare in top player grazie ad un gioco organizzato (possibilmente spettacolare) e una spiccata identità di squadra. Cercando di puntare sulla personalità senza però gravare eccessivamente sui costi. La ricetta della felicità, che però già la scorsa stagione ha dimostrato viva su equilibri sottilissimi e precari. Questo però impongono bilancio e costi. E, per questo, c’è Zeman.
Fonte: repubblica.it