Gli arresti nella notte. Tre le partite nel mirino: Bari-Samp, che segnò la retrocessione matematica dei biancorossi, Cesena-Bari, Bari-Chievo. Per tutti l’accusa è quella di concorso di violenza privata aggravata.
Il blitz nella notte. A Bari. Nel mirino i capi della tifoseria. Già indagati da tempo. E accusati di aver fatto pressioni su alcuni giocatori per pilotare partite del campionato 2010-11. Piena serie A. Nel momento in cui la squadra pugliese sembrava sull’orlo della retrocessione. L’ordine, impartito a nche a suon di sberle negli spogliatoi, era chiaro: dovete perdere. da qui l’accusa: concorso di violenza privata aggravata. Sono tre le gare finite sotto la lente degli investigatori per le minacce e intimazioni che capi ultrà avrebbero fatto nello scorso campionato a giocatori del Bari perchè la squadra perdesse consentendo loro di fare forti vincite col calcioscommesse. Sono le gare che hanno portato oggi ad arresti dei capi della tifoseria per il reato di concorso in violenza privata aggravata: Bari-Samp (23 aprile 2011, 0-1), che segnò la retrocessione matematica dei biancorossi, Cesena-Bari (17 aprile 2011, 1-0), Bari-Chievo (1-2, del 20 marzo 2011). Delle partite da perdere e delle minacce dei capi ultrà hanno parlato nei mesi scorsi almeno due giocatori: l’ex centrocampista barese Marco Rossi, ora al Cesena, e l’ex capitano del Bari Jean Francois Gillet, ora portiere del Bologna. Rossi (ascoltato come indagato) ha detto agli investigatori che “poco prima della partita Cesena-Bari, alcuni capi ultrà avevano intimato ai rappresentanti dei giocatori, tra cui il portiere Gillet e lo stesso Andrea Masiello, di perdere le successive due partite di campionato, ovvero Cesena-Bari e Bari-Sampdoria, in quanto avevano essi stessi scommesso sulla sconfitta del Bari”. Delle minacce ai calciatori da parte dei capi ultrà scrive il gip di Bari nel provvedimento restrittivo eseguito il 2 aprile scorso nei confronti di Andrea Masiello, arrestato per altre indagini sul calcio scommesse e per presunte combine per la vendita di altre partite. Nel provvedimento del giudice si sottolinea che l’ex portiere del Bari, Gillet, ascoltato come testimone il 7 febbraio scorso, ha detto di aver ricevuto “intimazioni” da alcuni “esponenti di vertice degli ultrà” – riconosciuti in foto dall’ex capitano biancorosso per Raffaele Lo Iacono, Roberto Sblendorio e Alberto Savarese – solo per l’incontro Cesena-Bari. Secondo quanto dice Gillet a verbale, gli ultrà avrebbero detto: “Aho, siete ultimi, avete fatto questo campionato di… non vi è mai successo niente, nessuno ha preso mazzate e cose varie, domani dovete perdere. Basta, non c’è stato niente da dire, così”. Noi – dice Gillet – abbiamo detto: “No, non esiste”. E loro hanno risposto: “Va beh, da ora fino alla fine non si sa mai che cosa può succedere, tu vivi a Bari, non si sanmai”. Io ho detto: “Non esiste”. “E’ sufficiente, in ogni caso, consultare gli almanacchi del calcio o la raccolta della stampa sportiva di quel periodo – conclude il giudice – per verificare che il Bari avrebbe comunque perso sul campo per 1-0 entrambe quelle partite.
Fonte: IlFattoQuotidiano.it