L’Aic, con una campagna di sensibilizzazione, ha mostrato a tutti i giocatori professionisti un video in cui un calciatore pentito confessa la caduta nella trappola delle scommesse. Il presidente dell’associazione Tommasi: “L’emozione è stata forte, silenzio e riflessione, che è quello che volevamo”.
“Sono rovinato, mi vergogno perchè ho tradito i miei compagni, i miei genitori e mio figlio”. E’ la frase simbolicamente più drammatica del racconto di un pentito del mondo del calcio. Un video per sensibilizzare i giocatori professionisti, dopo il nuovo scandalo delle scommesse che ha travolto il calcio italiano. L’Associazione italiana calciatori (Aic), dopo averlo mostrato a tutti i giocatori professionisti, dai club di serie A a quelli della Lega Pro, ha deciso di rendere pubblico il contenuto della nuova campagna video contro il Calcioscommesse. Il giocatore pentito, che ha voluto restare anonimo, ha spiegato come è finito nella trappola del Calcioscommesse. “A due giornate dalla fine del campionato ricevo una telefonata da un calciatore che conoscevo perchè ci avevo già giocato contro. Noi eravamo salvi e affrontavamo una squadra sotto di noi in classifica. Lui non faceva parte di questa squadra, ma mi disse che c’erano dei soldi da prendere se avessimo perso la partita. Io dissi subito di no. Lo dissi solo al mio procuratore, ma si decise di restare in silenzio senza denunciare”.
Poi, un anno dopo, gli arriva un’altra telefonata, sempre dallo stesso calciatore: “C’era da pareggiare, eravamo a metà campionato, la società non pagava gli stipendi da tre mesi, stavolta ho parlato con due e tre compagni, si veniva da due sconfitte, e si decise di accettare. Prendemmo i soldi e da lì è cominciato tutto, e non sapevo più come tirarmi fuori”. Poi, dopo la denuncia, il calciatore anonimo viene chiamato dalla Procura e crolla. “Sapevano tutto di noi, e, non so per quale motivo, mi sono lasciato andare e gli ho raccontato tutto. Se tornassi indietro non lo rifarei, sono rovinato, mi vergogno perchè ho tradito i miei compagni, i miei genitori e mio figlio”.
Ha parlato delle reazioni al video il presidente dell’Associazione italiana calciatori, Damiano Tommasi. “Sono nati parecchi confronti e scambi di opinione in tanti spogliatoi – ha detto all’ANSA -. In alcuni casi ci siamo fermati a parlarne per più di un’ora, di come esporci, di come uscirne e soprattutto di come difenderci. In altri l’emozione è stata forte, silenzio e riflessione, che è quello che volevamo”. L’Aic continua a muoversi anche con altre iniziative. “Abbiamo avvertito l’esigenza di potenziare il nostro ufficio legale avremo dei professionisti a disposizione per quanti sono incappati in queste vicende e potranno trovare nell’Aic una spalla o un appoggio per affrontare un coinvolgimento diretto, o le tante voci che si rincorrono e magari non hanno fondamento. Sicuramente continueremo a fare sensibilizzazione soprattutto con i giovani, per evitare i rischi di cadere in brutti giri, che ci sono ed è meglio saperlo prima”
Fonte: Repubblica.it