(A. Arzilli/ A. Ravelli) – Si chiama riunione tecnica: qualche ora prima della partita, i giocatori e l’allenatore si ritrovano per parlare di schemi, atteggiamento in campo, compiti difensivi, diagonali. Ma per Filippo Carobbio— ex centrocampista di AlbinoLeffe, Grosseto, Siena e uno dei principali «pentiti» nell’inchiesta sul calcioscommesse — nella riunione tecnica del Siena, prima della gara col Novara, finita 2-2, si parlò di combine. È questo racconto — rilasciato da Carobbio davanti alla Procura federale il 29 febbraio — la basedel j’accuse contro Antonio Conte, ora l’allenatore della Juventus fresca di scudetto. Che sarebbe stato consapevole e consenziente — secondo Carobbio — di due «tarocchi », quello con il Novara e quello con l’AlbinoLeffe.
Per ora contro Conte ci sono solo le parole di Carobbio. Nessun altro dei giocatori del Siena presenti quel giorno (tra cui Terzi, Ficagna e Vitiello) ha confermato. Ma Carobbio è considerato affidabile dalla Procura di Cremona. Se fosse creduto anche dai federali, Conte rischierebbe più dell’anno di squalifica per omessa denuncia: per Carobbio, non solo sapeva, ma ha anche partecipato. Ci sono gli estremi per individuare un illecito. E, in questi casi, si parla anche di tre anni di stop. Ma, dato che non girano soldi, né scommesse clandestine, non c’è nessun reato penale.
La riunione tecnica Leggiamo le parole di Carobbio. «In Novara-Siena del 3/4/2011 ci fu un accordo per far finire la gara in parità, in effetti ne parlammo anche durante la riunione tecnica e quindi eravamo tutti consapevoli del risultato concordato, soprattutto al fine di comportarsi di conseguenza durante la gara; lo stesso allenatore, Antonio Conte, ci rappresentò che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l’accordo con il Novara per il pareggio». In questo passaggio Carobbio lascia intendere che Conte avesse informazioni dirette. Poi prosegue: «Non sono certo di chi per primo si accordò, comunque Drascek venne nel nostro albergo in ritiro e parlò con Vitiello. Credo che quello sia stato il primo contatto, ma poi l’accordo è stato comunicato a tutti, visto che, come precisato, se ne parlò anche durante la riunione tecnica con l’allenatore». Poi Carobbio, a domanda della Procura, spiega nel dettaglio:«Alla riunione tecnica partecipavano l’allenatore, il vice allenatore, il preparatore dei portieri e il collaboratore tecnico».
La seconda partita Non è finita qui. Carobbio coinvolge tutta la dirigenza del Siena — e di conseguenza anche i vertici societari — pure per la seconda partita, con l’AlbinoLeffe a Bergamo (finita 1-0). «Al termine della gara Siena- AlbinoLeffe dell’8/1/2011, l’allenatore in seconda Stellini chiese ame e Terzi di contattare qualcuno dell’AlbinoLeffe per prendere accordi sulla partita di ritorno, in modo da lasciare i punti a chi ne avesse avuto maggiormente bisogno. Ne parlai con Garlini, un senatore dell’AlbinoLeffe e Terzi ne parlò con Bombardini: entrambi mostrarono la loro disponibilità. Nel tardo pomeriggio, o in serata del giorno prima della gara del 29/5/2011 ci fu un ulteriore incontro fuori dal nostro albergo dove vennero Luigi Sala, Dario Passoni e Mirko Poloni, quest’ultimo collaboratore tecnico dell’AlbinoLeffe, che si incontrarono con me, Nando Coppola e un altro. Ci accordammo di concedere i punti all’AlbinoLeffe che ne aveva bisogno per andare matematicamente al playout, ma chiedemmo di limitare la vittoria a un solo gol di scarto (…).
Preciso che in settimana si parlò molto in società tra calciatori, allenatore e società, dell’accordo raggiunto con l’AlbinoLeffe, in quanto alcuni avrebbero voluto tentare di vincere, nella speranza di arrivare primi e conseguire il premio ‘‘primo posto’’ (qualora l’Atalanta non avesse vinto), poi alla fine fummo tutti d’accordo, squadra e allenatore, di lasciare il risultato all’AlbinoLeffe». Sembrerebbe già tutto chiaro, ma Carobbio lo specifica ulteriormente: «È evidente che, poiché tutte le componenti tecniche partecipavano a tali discorsi, la società ne fosse al corrente. Ricordo, peraltro, nel caso, di averne anche parlato con Daniele Fagiano, che è un dirigente, braccio destro di Perinetti». Prassi consolidata D’altronde, questo, per Carobbio, non è un fatto né isolato né raro. «Com’è noto agli addetti ai lavori, nel mondo del calcio lamaggior parte delle ultime gare di campionato sono combinate e non solo dai calciatori, ma anche dalle società ». Si tratta di «una prassi consolidata ». Per questo Carobbio si sente «parte di un meccanismo molto più grande di me». Che rischia di stritolare anche l’allenatore che ha appena vinto lo scudetto