(G. Piacentini) – Alla fine non ce l’ha fatta più a tenersi tutto dentro. Dopo l’allenamento ha radunato la squadra, lo staff tecnico, i medici e si è liberato di un peso, annunciando le proprie dimissioni. Luis Enrique il prossimo anno non sarà più l’allenatore della Roma, da ieri la sensazione è diventata realtà.
Il tecnico spagnolo avrebbe voluto aspettare la gara di domenica contro il Cesena (arbitro Russo di Nola, quello di Brescia e Bari), ma l’atteggiamento leale di tutta la squadra in questi giorni lo ha spinto ad accelerare i tempi dell’annuncio. «Avete bisogno di un tecnico che abbia testa e motivazioni giuste—ha detto —,mentre io non penso di potervi dare il cento per cento. Siete una squadra giovane ma con un grande futuro e dovete continuare ad avere fiducia in questa società». La squadra ha ascoltato in silenzio, senza replicare e con gli occhi fissi in terra, commossa dall’addio di un tecnico che soprattutto dal punto di vista umano li ha conquistati tutti e che si è dimostrato fino alla fine un hombre vertical, riconoscendo e prendendosi le responsabilità di un fallimento di cui non è stato l’unico responsabile.
L’addio anticipato di Lucho accelera l’arrivo del suo successore, che a meno di clamorose sorprese sarà Vincenzo Montella. L’Aeroplanino avrebbe già accettato la proposta di Baldini (i due si sarebbero anche incontrati un paio di giorni fa), ma non ha ancora comunicato nulla al Catania. Ieri il presidente Pulvirenti si è detto «infastidito dalle voci che riguardano Montella, che sarà l’allenatore del Catania anche il prossimo anno». Schermaglie di chi sa che è impossibile trattenere un allenatore controvoglia e vuole ottenere il massimo dalla sua «cessione».