(A. Cigalini) – Come se fosse ieri. “E’ impossibile racchiudere un’esperienza decennale in un episodio. Ma se dovessi individuare un solo momento da ricordare, sceglierei il giorno dello scudetto. Un’ora e mezza prima del calcio d’inizio non si vedeva un centimetro libero sugli spalti, l’Olimpico era stracolmo, pieno ben oltre la capienza ufficiale. Ne ho un ricordo nitido. Indelebile” . Era il 17 giugno del 2001. La Roma batteva il Parma per 3-1 e conquistava il suo terzo – e per ora ultimo – titolo italiano.Vincenzo Montella c’era. In campo. E giusto per non perdere le buone abitudini segnò uno dei tre gol della squadra di Capello. Come Francesco Totti. Che oggi sarà ancora al suo posto, sul rettangolo di gioco, a festeggiare il mostruoso record di 500 partite in campionato con i capitolini.
L’ex Aeroplanino, invece, sarà un po’ più in là, seduto sulla panchina riservata agli ospiti, quella del Catania, condotto brillantemente verso posizioni nobili nel suo primo campionato da tecnico in A dopo l’esordio a stagione in corso qualche mese prima alla guida dei giallorossi. Chi se non loro. “Per ora non sono emozionato, ma quando farò il mio ingresso all’Olimpico – concede Montella – sono certo che sarà diverso. Questa non può essere una partita come le altre. Entrare in uno stadio amico, tra colori che conosco bene, renderà speciale il momento. Tornare a Roma? Di nomi se ne fanno tanti, anche più altisonanti del mio. Fa parte del gioco. Non coltivo rimpianti. Lo scorso anno ero un allenatore diverso rispetto ad oggi. Questa stagione a Catania mi è servita, sono stato fortunato a lavorare con questi calciatori e questa società. Le 500 presenze di Totti? Non sono una buona notizia per noi. Francesco vorrà festeggiare nel migliore dei modi e quindi sarà ancora più motivato. Non mi aspetto un avversario dimesso, ma una formazione che vuole restare aggrappata alla possibilità di qualificazione in Europa League”[…]