(A. Ghiacci) – Il piano aziendale non si ferma. Nelle riunioni americane dei giorni scorsi, con Baldini di fronte a Pallotta e soci, si è parlato proprio di questo. Dopo l’analisi di quanto accaduto nella prima stagione di nuova avventura, si è ripartiti rifissando le strategie. Il problema vero però, è che la Roma ora sembra essere lenta, in un momento in cui invece servirebbero maggiori celerità e concretezza. Possibile, per esempio, che un viaggio in cui si sarebbe dovuta presentare la tournée di fine luglio, quando la squadra volerà negli States per 8-10 giorni, si sia risolto in una comunicazione di «rinvio» a data da destinarsi e che i dettagli della tournée stessa non siano ancora stati fissati? Possibile, evidentemente.Ma certo è che se prima, durante il campionato, i risultati negativi rappresentavano il tema di discussione tra i tifosi, ora quegli stessi risultati sono visti come una macchia da cancellare in fretta, con scelte decise e risolute. Invece, ancora niente.
CORRIERE DELLO SPORT Ricapitalizzazione, il nuovo stadio, l’uscita dalla Borsa. E anche nuovi soci
ESAME – Il piano di Pallotta, come detto, non si ferma. Il dg Franco Baldini gode ancora della massima fiducia della proprietà: è valutato come accade ai manager delle grandi aziende, saranno i risultati a giudicare il suo operato e il grado di rispetto del mandato. I prossimi passi, per quel che riguarda la società, saranno quelli stabiliti nel CdA del 14 maggio scorso: aumento di capitale (50 milioni di euro) che servirà a risanare gran parte del bilancio che comunque a fine giugno chiuderà in rosso, e la costruzione dello stadio nei prossimi tre anni e mezzo (sempre a fine giugno è atteso il rapporto dell’advisor Cushman & Wakefield con la short list dei possibili siti dove poter costruire il nuovo impianto di proprietà). E a proposito di aumento di capitale c’è da ricordare che potrebbe materializzarsi un nuovo scenario con l’uscita dalla Borsa della Roma. Il delisting sarebbe raggiunto proprio con la ricapitalizzazione per la quale è certa la partecipazione degli azionisti quali cordata americana e Unicredit e non è per nulla scontato l’impegno dei soci di minoranza (che a quel punto potrebbero vedere diluite le proprie quote): se l’asse Usa-Unicredit superasse il 90% della proprietà delle azioni, l’uscita dalla Borsa sarebbe solo un passaggio naturale.
NOVITA’ – E intanto, a breve, potrebbero esserci delle novità sulla ricerca, in corso praticamente da sempre, di nuovi soci, sia da parte della cordata americana sia da parte di Unicredit. Pallotta è pronto a registrare il probabile addio di Ruane e D’Amore (ma a Roma chi li ha mai visti?), che vorrebbero fare un passo indietro rispetto all’impegno preso. Novità in vista anche per quanto riguarda la carica di presidente: Thomas DiBenedetto appare defilato ormai da tempo e a settembre potrebbe essere sostituito. Numeri, quote, cifre, cariche. Piano aziendale appunto. E intanto i tifosi, vale a dire l’asse portante di tutto il sistema, chiedono maggiore chiarezza tecnica, quella che porta i risultati del campo, che interessano più di ogni altra cosa.(…)