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CORRIERE DELLO SPORT Zeman fa il catenaccio: “Roma? Piaccio ai tifosi ma non decidono loro”
(G. FEBBO) – Adesso tocca a lui fare melina, quella che in un campo di calcio non vorrebbe mai vedere. «Non so, vedremo, è presto per parlarne» , dice solo questo a proposito del suo futuro. E’ una nemesi storica vedere i suoi detrattori in imbarazzo, gli scettici redimersi, gli ammiratori gongolare. Sì,Zdenek Zeman è tornato di moda nei salotti buoni del calcio italiano, ha riacquistato una buona reputazione a Pescara, la sua filosofia calcistica appare così fertile al punto che parecchi grandi club ci stanno facendo un pensierino per il futuro prossimo.
TIFOSI COME SPONSOR – Magari mandando in avanscoperta i proprio tifosi, soprattutto quelli vip. In primis quelli della Roma, lo striscione emblematico «Datece Zema» , visto all’Olimpico in occasione della gara casalinga dei giallorossi contro il Napoli, è il distillato del desiderio popolare. Non solo nostalgia, piuttosto la consapevolezza che il passato potrebbe trasformarsi in futuro. Il boemo gradisce, elabora questa sua rivalutazione postuma, si inorgoglisce al pensiero di poter rappresentare il nuovo che avanza mentre i suoi colleghi coetanei pensano ai contributi per la pensione. Però non ci casca. (…) «Io ho tifosi in tutta Italia, Roma compresa, in tanti hanno mostrato apprezzamento per il mio modo di intendere il calcio. Solo che i tifosi non prendono decisioni, quelle spettano alle società e ai loro dirigenti. Comunque queste manifestazioni di affetto mi gratificano» .
DIFFIDENZA – Ma non va oltre. Bisogna capirlo, lo hanno costretto a vivere troppo tempo in promiscuità perché possa rispondere alle sollecitazioni senza un minimo di naturale diffidenza. E poi a Pescara in questa stagione ha trovato un piccolo Eden. (…) Tifoseria affettuosa ma non asfissiante, il mare, buon cibo, anche un campo di golf dove la settimana scorsa ha vinto il suo primo torneo, « ma il primo qui – si è affrettato a precisare – mica in assoluto» . E poi ha trovato, «persone che rispettano e apprezzano il mio lavoro. Io a Pescara sto benissimo e in genere quando in un posto si sta bene ci si rimane. Comunque è prematuro parlarne, dobbiamo pensare a chiudere bene questo campionato» .
Eppure non sarà così scontato che resti sulla panchina degli abruzzesi per il secondo anno consecutivo. Il suo contratto è in scadenza perché lui, il boemo, nella sua carriera ha sempre preferito firmare per un anno. Preso atto che sono mutate le condizioni storiche, eventuali proposte potrebbero diventare intriganti al punto da non volervi/potervi rinunciare. Un indizio? C’è, anche se da estrapolare. Ieri mattina, ad esempio, il boemo ha sibilato: «Dicono che nel finale di stagione bisogna giocare tutte le partite come se fossero una finale di Champions League. Io però non so come si fa, non l’ho mai giocata» . Riecco che emerge la voglia del calcio che conta. D’altronde i dirigenti del Pescara lo hanno già detto: «lo vorremo sempre con noi, ma se lo chiamasse una big come faremmo a trattenerlo?» . Se poi quella big fosse la Roma, probabilmente sarebbe ancora più complesso fermarlo.