Si volta pagina e si cambia nome. Il trabajo y sudor non ha funzionato ed è stato estirpato dalla Capitale come il peggiore dei mali. L’asturiano,l’hombre vertical ha voluto esorcizzare undici mesi di sofferenza con un look sbarazzino, rasato a zero, con l’aria di chi sembra averla scampata grossa e che il futuro ormai sia in discesa davanti a lui. I suoi fidi collaboratori invece con meno clamore hanno iniziato ad impacchettare le loro cose, giungendo quest’oggi ai saluti finali. Eh si, proprio oggi 18 Maggio, nonostante l’ufficialità dell’addio giunse il 10. Numeri che fanno poca differenza, come quelli dei punti in classifica che non hanno dato la possibilità di una replica. Chi parte e chi arriva: l’aeroplanino è dato in partenza dalla Sicilia in nave. Ambiguo per uno che esultava mimando il volo ma sembra anche abbastanza plausibile se si arriva da un’isola. Ma noi poi, ce ne importa il giusto. L’importante è che arrivi, che confermi trattative in stand by che rischiano di saltare (vedi Van der Wiel) e che tracci l’identikit delle sue pedine. Il modulo resterà lo stesso, gli interpreti meno, il tiqui taca catalano per niente. Ma sarà una Roma più pragmatica, più da instant team e meno da progetto; si compreranno i giornali, si guarderà la classifica perchè, vi diamo questa notizia, l’anno prossimo tornerà a contare anche per noi, si penserà a volte più a portare a casa il punto che la bella giocata. Non si tralascerà l’idea di modellare un’idea di calcio, un’identità, ma Montella troverà un ambiente saturo dalla voglia di esperimenti e maledettamente in attesa di risultati, gli verrà scontato poco o nulla e l’Europa sarà il minimo da garantire. Non sarà facile, assolutamente, ma si sa, iniziando bene, con una rosa competitiva, basteranno poche vittorie per avere al proprio fianco il popolo romanista. A quel punto, nessun traguardo potrebbe risultare così lontano.