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GAZZETTA DELLO SPORT Lucho Day I tormenti di Luis e la nuova Roma Da dove partire?

Luis Enrique

(A.Pugliese) «¡Feliz cumpleaños, Luis!». E pazienza se la stagione non è andata come si voleva, un compleanno è sempre un compleanno. Quello di oggi per Luis sarà il 42° e lo festeggerà con la famiglia. Prima, però, c’è il lavoro e Trigoria, dove la Roma da oggi tornerà a pensare alla trasferta di Cesena. E a Trigoria Luis Enrique verrà anche festeggiato. Come è già successo in altre occasioni, ci sarà un brindisi e magari pizza e porchetta per tutti. (…)

OPINIONI Quel che è certo, è che Luis Enrique avrebbe voluto festeggiare in modo diverso, magari con la qualificazione alla Champions, sicuramente con una situazione ambientale migliore. Ed invece i suoi 42 anni gli hanno portato in regalo una situazione di grande confusione, in cui deve cercare di capire (dentro di sé) se restare a Roma o no. Metà città (forse anche di più) lo vorrebbe via, l’altra metà lo confermerebbe. Del resto, la sua onestà e la sua etica come uomo hanno fatto presa non solo all’interno di Trigoria, ma anche fuori. Quel che è mancato, invece, è pragmatismo e flessibilità, che lo hanno portato a commettere una serie di errori grossolani per un tecnico chiamato alla guida di un club del calibro della Roma. Ma all’interno del club cosa si pensa? Baldini lo confermerebbe ad occhi chiusi, la squadra anche, Sabatini — forse — avrebbe fatto altre scelte, anche se nel corso della stagione ha apprezzato l’uomo. La proprietà, infine, è alla finestra: che ci sia Luis Enrique o no, per gli americani, non cambia nulla. Il loro approccio è manageriale, si fidano ciecamente di Sabatini e Baldini. (…)

NEL FUTURO Se, quindi, la Roma riuscirà a convincere Luis Enrique a restare, bisognerà mettere pesantemente mano all’organico, dandogli giocatori ideali per il suo gioco. Cosa è mancato a Luis Enrique quest’anno? Sicuramente due esterni diversi, capaci di spingere in fase offensiva, ma anche di coprire in modo adeguato in fase di non possesso (Rosi, José Angel, Taddei e Cassetti, chi per un motivo e chi per un altro, non rientrano nei progetti futuri della Roma). E due centrali (migliori di Kjaer ed Heinze) capaci di impostare il gioco, dotati di discreta velocità e senso della posizione. Juan, da questo punto di vista, va benissimo, ma i tanti infortuni subiti anche quest’anno lo mettono in dubbio. Burdisso, invece, bisognerà valutare come recupererà dall’infortunio. Allo spagnolo, poi, bisognerà dare anche un bel centrocampista di rottura, un mediano antico stampo, di quelli capaci di «rompere» la manovra, uno alla Vieira tanto per intendersi, che possa sostituire De Rossi in caso di necessità davanti alla difesa (Gago non si è dimostrato all’altezza) o affiancarlo nelle partite più fisiche.

CON IL TECNICO Ad anticipare gli auguri a Luis Enrique, però, ieri ci ha pensato Fabio Borini che a Chieti (dove è stato premiato per la 10a edizione del «Premio Prisco») ha ribadito quello che avevano già detto molti giocatori, da Totti a De Rossi. «La squadra è stata ed è completamente dalla parte del tecnico», ha detto l’attaccante giallorosso, che poi ha chiarito il suo futuro: «Penso di restare a Roma, un altro anno qui darebbe continuità alle mie prestazioni. Vengo da un campionato sicuramente oltre le più rosee aspettative. La squadra? Non ha raggiunto l’obiettivo, ma non penso sia stata un’annata completamente negativa». Ed allora, non resta che sapere se Luis resterà. Lui ha già disdetto l’affitto di casa e in questi giorni lo ha fatto anche Robert Moreno, il suo vice. Un segnale, anche se la Roma spera ancora che il tecnico ci ripensi.

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