(M. Cecchini) – È un maggio assolato che — nella Roma giallorossa — sembra avere i colori emotivi di un malinconico autunno. Luis Enrique tramonta nel silenzio ufficiale, festeggiando un 42° compleanno in modo così sobrio — pasticcini e spumante — da avere i toni delle feste fatte in ufficio a chi va in pensione. Su invito del club, centinaia di tifosi hanno mandato i loro auguri all’allenatore via twitter. C’è di tutto: da inviti a non mollare (anche da Luca Di Bartolomei, figlio dell’indimenticato Agostino) a prese in giro feroci, ma l’impressione è che, vada come vada, non sarà un tecnico dimenticato troppo in fretta.
Baldini & Van der Wiel Franco Baldini, nei saloni del Campidoglio, ha l’aria un po’ sgualcita di chi ha puntato, ha perso, ma non vuole smettere di giocare a quel tavolo, nonostante qualche croupier ammicchi per chiamarlo altrove. «Spero che Luis Enrique resti — dice il d.g. —. La nostra intenzione è rinforzare la Roma in ogni reparto. Squadra da scudetto? È presto per parlarne». Proprio vero, ma la Roma sembra vicina a Van der Wiel, esterno dell’Ajax, il cui agente ha detto come «Roma sia piazza gradita». A Belgrado, poi, continua la corte di Tomic e Markovic (Partizan).
Guidolin & Montella Però meglio non correre troppo e focalizzare il problema allenatore. Se lo spagnolo getterà la spugna, esistono due anime per la successione. Quella straniera porta a Villas Boas, già contattato, ma con forti lusinghe ancora provenienti dalla Premier League; quella italiana invece bussa a più usci. La stima per Pioli è nota, ma ci sono contatti indiretti anche con Guidolin. Pregi: tranquillità nella gestione. Difetti: un’idea di calcio diversa da quanto richiesto. Detto che anche un discreto sondaggio con Prandelli non è andato a buon fine, il prescelto italiano sembra proprio Vincenzo Montella, anche lui contattato in modo indiretto. L’Aeroplanino, oltre a brillare, è anche amato dalla tifoseria, e questo permetterebbe alla dirigenza di fare una sorta di mea culpa senza perdere la faccia. «Il non avermi confermato l’anno scorso è stato un bene per entrambi», ha però detto sabato scorso con gran fair play Montella, che potrebbe essere sostituito da Di Carlo. Possibile che, col cambio, ci sia una specie di epurazione spagnola, e a farne le spese sarebbe anche Bojan, appetito da Schalke e Liverpool. «La decisione di rimanere è esclusivamente mia. È chiaro che Luis Enrique può andar via, ma se mi trovo bene, come ora, non mi interessa quale allenatore ci sarà. Il Barcellona può riscattarmi, ma si dovrebbe parlare di molte cose».
Marra & UniCredit Molte cose vorrebbe conoscerle anche Pippo Marra, consigliere «nobile» della società, che ieri ha espresso molte perplessità sulla gestione. «Ancora ignoro — ha scritto — quale sia il progetto per il futuro. A mio avviso penso che da un certo letargo si debba anzitutto risvegliare lo spirito… E intendo la volontà di tornare a essere una speranza plausibile e non un’illusione spesso affidata a una comunicazione criptica, nel senso che non si comprende chi intende scendere e chi restare a bordo, e in che misura si voglia investire in nuove risorse umane, tecniche e finanziarie per puntare a traguardi entusiasmanti». La risposta è stata affidata a una nota diffusa da fonti vicine a UniCredit, socio di minoranza ma cuore pulsante delle finanze del club. «Il progetto e le strategie per il futuro, peraltro chiari e condivisi con l’azionista di maggioranza Usa, sono confermate. Ci sarà occasione di condividere progetto e strategie con i consiglieri a partire già dal Cda di lunedì prossimo». Che arriverà dopo l’assemblea degli azionisti della banca, in programma venerdì, dove alcuni soci di minoranza chiederanno conto anche del legame così stretto con un club di calcio in un momento di crisi globale. Ma la Roma, sussurrano a UniCredit, è a un giro di boa. In fondo anche per questo Montella può volare ancora.