A 20 anni dalla storica promozione in Serie A, il Pescara di Zeman è riuscito nell’impresa di tornarci. A questo proposito, la redazione di Gazzettagiallorossa.it, ha contattato Giovanni Galeone, l’allenatore artefice dell’ultima promozione, per esprimere un giudizio sulla stagione dell’allenatore boemo e della sua squadra. Ecco le sue parole:
Giudizio sul Pescara?
“L’ho seguito per amore. E’ una squadra da 9 , giovane, senza dispendi eccessivi e grande esperienza. Ha giocato il miglior calcio della Serie B”.
Anche lei portò inaspettatamente il Pescara in A.
“La prima vola ci furono venduti tutti i giocatori e con un gruppo di ragazzotti andammo in Serie A. La seconda volta invece con una squadra retrocessa un anno prima, puntammo sui giovani e conquistammo un altra promozione. In B se hai un gioco o lo proponi, qualche volta riesci ad avere la meglio su squadre che pensano di essere più attrezzate. In B è dura la lotta, quest’anno pensavo che Torino e Sampdoria non avessero avversari, invece la Samp ha sballato nella prima parte di stagione e ha permesso a Sassuolo e Verona di puntare ai playoff. Se il Pescara fosse passato per i playoff sarebbe stata più dura”.
Un giudizio su Zeman.
“Lui in carriera ne ha vinto solo uno di campionato di Serie B, ma è sempre riuscito a dare una impronta alla squadra e su questo non c’è dubbio. I tre attaccanti che fanno 63 gol in tre, sono lo specchio del tipo di gioco che vuole. Davanti sono bravissimi, hanno trovato dei grandi giocatori. Lui ha questa caratteristica: i suoi attaccanti segnano tutti ed è una cosa inusuale, perché di solito una punta segna tanto e gli altri un po di meno. E’ vero che il Pescara realizza poco con i centrocampisti, ma la forza in più sono gli inserimenti da parte dei terzini”.
Che approccio si aspetta con la Serie A?
“E’ diverso sicuramente. Quello di concedere sei palle gol agli avversari in Serie B era un rischio che il Pescara poteva correre, in A no. Sono una squadra giovane, ma con tanti giocatori non di proprietà che non sarà facile trattenere come Insigne, Immobile e Verratti. Se la società non interviene sul mercato, rischia di fare la fine di Cesena e Novara”.
Zeman è stato sempre in conflitto con il sistema calcio italiano. Ha mai creduto a queste storie?
“Non penso, lui delle volte si è lamentato che il sistema lo ha tagliato fuori, ma io non ho mai creduto nei sistemi. Se un allenatore è bravo va avanti in ogni caso. Non voglio credere che queste storie siano vere, però sul fatto che in A c’erano persone potenti che potessero condizionare l’esito di una partita, questo è sempre successo. Le potenti vincono, su questo non c’è dubbio”.
A cura di Flavio Festuccia