Se ne parla da diverso tempo, anni forse. Giuseppe Rossi abbandonerà il Villarreal. Lo farà a fine anno perché oltre l’affetto e la gratitudine, c’è la carriera, sopratutto a questi livelli e latitudini. 25 anni, un mix di gioventù ed esperienza: faro della Nazionale maggiore, “Pepito” come è stato soprannominato dal compianto Enzo Bearzot, è il colpo che le squadre italiane e non solo sognano. Inter, Milan, Juventus, Roma, Real Madrid, Barcellona, Manchester City e Arsenal sono i club che come in un tira e molla se lo contendono. La scorsa estate per strapparlo al “sottomarino giallo” servivano tanti milioni, forse talmente tanti da costringere l’Inter a puntare su Forlan, la Roma su Osvaldo, la Juventus su Matri, il Barcellona su Sanchez, fino all’Arsenal che virò su Gervinho. Le retrocessione sicuramente spingerà il prezzo al ribasso, ma un altro fattore decisivo, è l’infortunio che flaggella l’italoamericano da tutta una stagione. Il 26 ottobre nella partita persa 3-0 contro il Real Madrid, si rompe il legamento crociato del ginocchio destro. Viene operato il giorno seguente: 6 mesi di stop che passano tra voci di mercato e sogni europei. Quando il peggio sembra passato, al rientro il 13 aprile, il giocatore da poco tornato ad allenarsi in gruppo, riporta una nuova lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio destro già infortunato. Pepito quindi si opera di nuovo. La sentenza è pesante altri sei mesi di stop. L’anno passato sulle stampelle però non crea solo un dubbio sul prezzo del giocatore, ma sulla sua condizione al rientro e sul suo futuro. Infortuni del genere infatti pesano, e non poco sulla carriera di un giocatore con un cartellino da 28 milioni di euro e di casi del genere, nella storia del pallone, ce n’è a bizzeffe: si acquista un giocatore credendo di riportarlo ai fasti che furono e si finisce per avere un calciatore di cristallo sul groppone. Il rientro è vicino, come l’estate e il mercato: chi riavremo: cristal Rossi o Pepito Rossi? Lo scopriremo al via dei campionati 2012-2013. Quale dovremo guardare?