(S. De Leonardis) – È come un calcio ai sentimentalismi dei pescaresi, quasi un dispetto al boemo che li ha condannati a un divorzio mai voluto, il raid dei ladri che ieri, proprio nel giorno dell’ultimo allenamento in biancazzurro, hanno svaligiato la casa del boemo in partenza per Roma. Un Rolex d’oro, un accendino di marca Dupont, poche centinaia di euro ealcuni regali della promozione è il bottino portato via da chi, in realtà, quasi certamente non sapeva che quella era la casa di Zeman. A dare l’allarme è stato proprio Zdenek Zeman che intorno alle 16, nel rientrare nell’appartamento al terzo piano di viale della Riviera, dopo l’allenamento al Poggio degli Ulivi, il pranzo veloce e un passaggio nella sede della società, si è accorto subito che la casa era sottosopra. Gli è bastato un veloce giro nelle stanze per avere la certezza che c’erano stati i ladri. Di qui la telefonata alla società e la segnalazione del furto, non tanto per l’evento in sè (che invece sembra non aver intaccato per nulla la sua leggendaria imperturbabilità), quanto per il timore che le carte di credito che sembravano sparite venissero utilizzate dai ladri prima che lui riuscisse a farle bloccare dalla banca. Ma in realtà non ce n’è stato bisogno perché, come ha riferito lui stesso ai carabinieri del Nucleo operativo diretti dal tenente Salvatore Invidia che sono andati a fare i rilievi nell’appartamento, con gli specialisti del Nucleo investivgativo, le carte di credito non erano state rubate. Piuttosto, il pezzo forte del furto è stato un Rolex d’oro che Zeman aveva lasciato incustodito in sala insieme all’accendino Dupont e ad alcuni regali avuti con la recente promozione. Piccoli monili, penne e ricordi che i ladri hanno arraffato insieme a circa 300 euro. Seduto su un divano del salotto, con l’inseparabile sigaretta fra le dita, l’allenatore reduce dal bagno di folla di domenica per la festa della promozione in serie A, si è limitato a dichiarare ai carabinieri che il portone del palazzo è sempre aperto. Una circostanza confermata da molti degli altri inquilini che hanno scoperto dalla presenza dei carabinieri che i ladri erano stati a casa Zeman. Ladri che, secondo una prima ricostruzione degli investigatori, sarebbero entrati proprio dal portone che da mesi, riferiscono gli abitanti del palazzo, rimane aperto per via di alcuni lavori in corso. A quel punto, gli è bastato fare un giro dei pianerottoli per verificare qual era l’appartamento vuoto e poi entrare in quello di Zeman. Ancora una volta dalla porta principale, utilizzando semplicemente una lastra grande quanto una carta di credito: una chiave magica che, passata lungo la serratura, ha aperto la porta senza bisogno di forzarla. Ricostruendo i movimenti dell’allenatore, che ieri è uscito di casa intorno alle 9 per andare all’allenamento al Poggio ed è rientrato intorno alle 16, tutto sarebbe avvenuto in questo lasso di tempo, anche se gli investigatori concordano che il furto si sia verificato a metà mattinata. Decisiva, in questo senso, appare la testimonianza della dirimpettaia di Zeman la quale, rimasta in casa fino alle 14, ha riferito di aver sentito il rumore della porta di fronte tra le 11,30 e mezzogiorno. Un particolare a cui non ha dato peso ma che, con il senno di poi, ha portato gli stessi investigatori a ipotizzare che si trattasse proprio dei ladri. Due o tre al massimo, veloci nell’entrare quanto nell’uscire. Probabilmente nomadi come quelli arrestati negli ultimi tempi da polizia e carabinieri proprio per i furti nelle case ma che, per l’analogia della refurtiva, riportano alla memoria anche i ladri che a Napoli portarono via il Rolex d’oro ad Hamsik e alla fidanzata di Lavezzi.