(D. Galli) – Ma se arrivasse Zeman, cosa cambierebbe nell’attuale rosa? Probabilmente, non tanto gli interpreti. Cambierebbe semmai il rendimento. Perché il Boemo è capace forse più di chiunque altro di lavorare sui singoli, sa esaltare le caratteristiche tecniche, sa tirare fuori il meglio anche da chi nella passata stagione non ha reso come doveva. Il riferimento non è tanto ai senatori, alla vecchia guardia, a chi la maglia della Roma ha dimostrato con i fatti di onorarla e rispettarla. Quanto ai giovani. Quanto a chi deve ancora capire cosa significa giocare per la Roma.
Vediamo. In porta nessun dubbio, il nostro Konsel è Stekelenburg. A destra, non sarebbe più così sicura la partenza di Rosi. La cura-Zdenek potrebbe rivitalizzarlo e al Boemo serve uno stantuffo sulla destra. All’epoca Zeman aveva Cafu, e Rosi (con tutto il rispetto) è qualche gradino sotto. A sinistra la Roma ha preso Dodò. E José Angel? Potrebbe fare le valigie. Se dovesse restare, si giocherebbe il posto comunque con il baby talento brasiliano, che sarà tesserato come extracomunitario. Al centro della difesa, Heinze ha annunciato di voler aspettare di parlare con il nuovo allenatore prima di decidere cosa fare del suo futuro. Juan vorrebbe restare, ma la Roma non è della stessa idea. È avvolto nel mistero il futuro di Kjaer, che ieri in un’intervista in Danimarca si è autopromosso (“con la Roma ho dimostrato quello che posso fare, sono molto felice”). A Trigoria dovrebbero essersi assicurati comunque i servigi di Leandro Castan, difensore centrale del Corinthians.
A centrocampo, Daniele De Rossi è quasi un dogma. Idem Pjanic, che ha dimostrato di saper fare benissimo l’intermedio di centrocampo. Nel 4-3-3 di Zeman servirebbe poi un altro Tommasi. Può essere Gago? Forse no, dice qualcuno, immaginando un centrocampista più veloce e fisicamente potente. Si parla di un’offerta di 2 milioni e mezzo al Real. Con ogni probabilità, è quello che la Roma vorrebbe spendere. E in attacco? Se De Rossiè un dogma, Totti è un moloch. Una divinità. Il numero 1 degli intoccabili. Ruolo: centravanti. Il punto è un altro: che fine farà Osvaldo? Punta esterna? A Trigoria stanno facendo una serie di riflessioni. Daniel ha un limite, un difetto: è il carattere caliente. Troppo caliente. Questo fa parte dei contro, degli aspetti che suggeriscono una cessione, magari al Malaga. Poi ci sono i pro, che sono forse anche di più. Ha segnato 11 gol in 26 presenze, ma sarebbero stati anche di più se non fosse stato frenato da un infortunio che lo ha tenuto fuori dal campo per un mese e mezzo. Zeman non lo adora come Totti, ma quasi. Lo volle lui a Lecce nell’estate 2006 per il dopo- Vucinic. L’italoargentino lo ripagò con 8 gol. Col Boemo, Daniel potrebbe fare l’esterno d’attacco assieme a uno tra Lamelae Bojan, due dai quali (specie lo spagnolo) la Roma si attende molto di più. Un ruolo che Osvaldo potrebbe non gradire con qualsiasi altro allenatore. Ma non con Zeman. “Daniel – disse Zdenek un po’ di tempo fa – è uno dei giocatori più completi che abbia avuto, un ragazzo che ha tanta voglia di emergere e quando l’ho allenato mi ha dato molte soddisfazioni. È un giocatore che può rendere di più da esterno anche se ha le caratteristiche fisiche da centrale, ma credo che da esterno abbia più spazi per giocare e per andare a segnare”.