(D. Galli) – Sono giorni cruciali per la Roma, che entro questa settimana dovrebbe decidere chi sarà il suo nuovo allenatore. I possibili candidati potrebbero essere almeno quattro. Montella è favorito? No, sono tutti sullo stesso livello, sottolineano a Trigoria. Vincenzo è uno di loro. Come André Villas Boas. Gli altri potrebbero essere delle sorprese. Strano che ci sia più di un tecnico in corsa? Macché. Sarebbe strano l’opposto. Ovvero che per una società come la Roma non esistesse una lista. Si selezionerà il più adatto tra i più adatti. Ieri se ne è parlato a Trigoria. Una riunione tra Sabatini, Baldini e l’ad Fenucci. Una riunione, non un supervertice o altri paroloni del genere. Un fatto normale. Sono i manager che guidano la Roma, si vedono sul posto di lavoro: cosa c’è di anomalo? Logico che in questo momento ogni loro gesto assume all’esterno un’altra importanza. Stanno scegliendo chi guiderà la squadra e un errore adesso potrebbe ripercuotersi in un anno di critiche. Montella, che se venisse scelto riprenderebbe il testimone da Luis Enrique, al quale lo aveva lasciato un’estate fa, in questo senso aiuterebbe. Metterebbe d’accordo parte della piazza romana e sicuramente anche qualcuno dei senatori della squadra. Su Vincenzo, un anno fa, furono dette tante bugie. Per esempio, che avrebbe fatto la formazione con Totti e De Rossi. Falso, tutto falso. Montella seppe conquistarsi la fiducia del gruppo senza fare leva sui rapporti personali. Questo conta. È sotto contratto con il Catania, ma considera conclusa la sua esperienza in Sicilia. Ha traslocato apposta. Quanto a Pulvirenti, a Trigoria sono convinti che liberarsi da questo impegno sia il problema minore. Tanto che già oggi il Catania, nel corso di un Cda, potrebbe annunciare chi sarà il prossimo tecnico. Tanto, pure, che lo stesso Montella starebbe già ragionando da allenatore della Roma: moduli e uomini. Tutto fatto? No, anzi. La questione è un’altra: la Roma non ha ancora deciso se affidarsi o meno a Vincenzo. Semplice. C’è una rosa ridotta di candidati. Uno è Montella.
Un altro è André Villas Boas. Sull’ex braccio destro di Mourinho c’è da tempo il Liverpool. Si parla di un’offerta di 5 milioni a stagione. Eppure, l’ex allenatore del Chelsea ha preso tempo. «Per me è importante scegliere il progetto giusto. Non c’è alcuna urgenza in questa scelta», ha detto appena qualche giorno fa, quando sicuramente era a conoscenza, o aveva avuto sentore, della proposta economica dei Reds. C’è chi ci legge una grossa apertura alla Roma. È così. Pro e contro? Se ne sta discutendo a Trigoria. Non esistono dissidi tra Sabatini e Baldini, esiste una società estremamente articolata, un managementdove tutti i dirigenti hanno voce in capitolo e che quindi, prima di prendere una decisione delicata, si confronta sempre. Anche per Villas Boas ci sono dei pro e dei contro. Ha un curriculum di fama internazionale, ma in Italia non ha mai allenato. Pro e contro, appunto. Come per Montella. E come per gli altri tecnici in lizza.
Tra questi non c’è il tecnico forse più amato da parecchi tifosi della Roma: Zdenek Zeman. Profeta di un calcio offensivo, ma soprattutto di un calcio pulito, simbolo dell’anti-juventinità, è appena tornato in Serie A con il Pescara. Il ds degli abruzzesi, Daniele Delli Carri, è convinto che il boemo non se ne andrà: «Ha intenzione di restare a Pescara e abbiamo appuntamento per vederci. Lui fa i contratti di anno in anno e adesso siamo arrivati a un punto in cui bisogna sedersi». C’è una sola società che potrebbe convincerlo dell’opposto. È la Roma. Lo ammette proprio Delli Carri: «È l’unico club che lo farebbe vacillare». A Trigoria hanno però altre idee. O Montella. O Villas Boas. Oppure un altro grande tecnico. Basta avere ancora un po’ di pazienza. Entro la fine della settimana, la fumata dovrebbe diventare bianca.