(F. Bovaio) – Non ci stancheremo mai di scriverlo: ai giovani va data fiducia. Dunque, al di là della pessima stagione che si è conclusa ieri a Cesena, sono Bojan (…) e Lamela (…) il futuro della Roma. Ovviamente con Totti a fargli da chioccia, proprio come è accaduto ieri in Romagna, dove il capitano si è divertito a rifornire di assist i giovani compagni, dimostrando ancora una volta che quando il calcio lo giocano quelli con i piedi buoni di cose belle ne escono fuori a bizzeffe. Un trio d’attacco, quello di ieri, che ben potrebbe fare anche nella Roma che verrà, chiunque sia l’allenatore.
A ventidue anni (tanti ne ha Bojan) e a venti (quelli di Lamela) si ha tutto il diritto di soffrire l’impatto con l’ambiente nuovo, la prima, vera, lontananza da casa e le critiche, spesso eccessive, ricevute per un passaggio sbagliato, un gol fallito o una partita giocata male. Quanti di noi sarebbero in grado di reggere tutto questo al posto loro? Facciamoci un esame di coscienza e chiediamocelo serenamente, specialmente in una città come Roma, dove anche Pruzzo e Falcao (…) soffrirono critiche feroci alla loro prima stagione. A Di Bartolomei,invece, dicevano che era lento. Poi hanno vinto lo scudetto e sono stati giustamente considerati per quello che erano: fenomeni. Bojan e Lamela non sono Pruzzo, Agostino o Falçao, ma non sono neanche delle schiappe da buttare via dopo averle appena intraviste.
Chi dovremo salutare, invece, è Marco Cassetti, che a Cesena ha giocato la sua ultima partita con la Roma, con la quale ha collezionato 143 presenze in A (appena 7 quest’anno) e 4 gol, il più famoso dei quali rimarrà per sempre quello della vittoria al derby.