(B. DE VECCHI) – Il grande capo tornerà oggi. Franco Baldini si è imbarcato nel tardo pomeriggio di ieri su un volo che in giornata lo riporterà a Roma. Anche ieri ha lavorato gomito a gomito con la proprietà americana, che nel frattempo ha incassato i complimenti di Lino Di Cuollo, un pezzo da novanta della federcalcio a stelle e strisce. «Sono concentrati e felici a Roma, sono persone serie e faranno benissimo. Vogliono vincere, ma hanno bisogno di tempo e fiducia, poi la Roma arriverà tra i top club», ha spiegato il director of player personnel della MLS. Riecco Baldini, dunque. Con lui negli Stati Uniti c’era Mauro Baldissoni, avvocato, consigliere, regista della trattativa per la cessione della Roma agli americani e adesso della stessa Roma.
Questo breve soggiorno è servito al diggì (e al consigliere) per fissare i dettagli della tournée assieme alla proprietà e al gruppo londinese incaricato materialmente di organizzarla. Per ora di certo ci sono tre date, tre stadi e due squadre: i polacchi dello Zaglebie Lubin il 22 luglio al Wringley Field di Chicago e il Liverpool tre giorni dopo al Fenway Park di Boston. Resta da definire il terzo avversario, il 28 luglio a New York. In un primo momento pareva certo il nome dei colombiani dell’America de Cali. Una certezza che ieri è venuta meno. Ma per la Roma il valore strategico di questo tour negli States non è nel blasone dell’avversario che incontrerà: è nel tour stesso. La cordata che controlla la società vuole che gli americani comincino a scoprire la Roma. Ecco cosa intendeva Pallotta parlando di crescita del marchio come obiettivo primario della proprietà: il marchio della Roma è la Roma e far crescere l’uno vuol dire far crescere l’altra. Il messaggio non è arrivato a tutti, perché c’è chi in questa città continua a ragionare ancora da provinciale. Una dimensione, questa, che non appartiene a manager del rango di Pallotta, DiBenedetto, Tacopina o Pannes.
A confermarlo è Lino Di Cuollo, l’uomo che nella MLS si occupa di gestire il parco calciatori (in America, è la federazione a pagare gli stipendi, oltre a gestire le franchigie): «Cosa penso della gestione Pallotta-DiBenedetto? Fanno parte del Fenway Group, che negli States ha tra le altre anche i Red Sox di Boston, per il baseball. Sono concentrati e felici a Roma, sono persone serie e faranno benissimo». Di Cuollo ha poi rassicurato i tifosi della Roma. «Le squadre – ha detto il dirigente – non nascono per vincere subito. Il loro è un progetto, che riguarda una grande città come Roma, che include anche lo stadio. I tifosi stiano tranquilli: vogliono vincere, ma hanno bisogno di tempo e fiducia, poi arriveranno tra i top club. Ne sono certo»