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IL ROMANISTA In conferenza tutti con Luis

Luis Enrique

(C. ZUCCHELLI) – Se mai ci fossero stati dubbi ieri è arrivata l’ennesima conferma: la Roma, tutta, è sempre stata dalla parte di Luis Enrique. Dal primo all’ultimo giorno. Trigoria, 12 maggio, ore 11.30: l’allenatore spagnolo entra nella sala Champions del Bernardini per quella che è la sua conferenza di addio (anche se tecnicamente si tratta della conferenza pre partita, ma la parola Cesena non viene mai nominata). Con lui il traduttore «e amico » Claudio. Si siede. Il suo staff, come al solito, lo segue a poca distanza. Improvvisamente dalla porta alle spalle della sala stampa si sente un brusio. Compare la Roma. Compaiono il direttore generale Baldini, il direttore sportivo Sabatini, l’amministratore delegato Fenucci, il consigliere Baldissoni e Tempestilli. Non solo: accanto a Baldini si siede anche il Capitano Francesco Totti, in rappresentanza di tutta la squadra. Una novità quella che va in scena a Trigoria. Una novità che fa piacere a Luis Enrique che un paio di volte si gira a guardare le persone che hanno condiviso con lui l’ultimo anno. Baldini, soprattutto all’inizio, sta a testa bassa.

Totti, accanto a lui, mentre Luis Enrique parla sembra emozionarsi. Quando il tecnico scherza, sorride. Resta praticamente tutto il tempo, va via prima solo delle ultime due domande. E mentre si allontana sembra quasi di rivedere tutta la stagione della Roma e, in particolare, il rapporto di Francesco con l’allenatore che, dopo anni da centravanti, lo ha riportato a giocare più lontano dalla porta. Una decisione che Totti non ha mai accettato fino in fondo ma non ha detto una parola. Come sempre e più di sempre a disposizione della squadra, ha difeso il tecnico sia pubblicamente sia privatamente e non gli ha mai fatto mancare il suo appoggio. Davanti alle telecamere, sul suo sito e anche solo con un semplice sguardo. Come ieri, quando è andato in sala stampa. Un’usanza nuova per la Roma e per l’Italia. Non certo per la Spagna e per chi, in particolare, viene dal mondo Barcellona. In Catalogna infatti è consuetudine andare a salutare compagni e allenatori durante le conferenze di addio. Senza andare troppo il là con la memoria, basti pensare a quello che è successo con Guardiola qualche giorno fa. Tutta la squadra (eccezion fatta per Messi che però ha spiegato: «Mi faceva troppo male vederlo lì») davanti a lui per rendergli omaggio e dargli forza. Non solo: sempre da Barcellona si può tornare indietro col tempo a meno di un anno fa quando Bojan ha salutato il Barça e con lui c’erano molti di quei giocatori che lo hanno aiutato a crescere. Piqué, ma anche Pujol, Xavi e Iniesta. Non certo gli ultimi arrivati.

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