(A. F. Ferrari) – Duecentoquindici gol. Tanti ne ha realizzati Francesco Totti, il giocatore che ha fatto, sta facendo e farà la storia della Roma.
Un giocatore che sabato sera ha festeggiato anche le 500 presenze in Serie A, undicesimo nella classifica di sempre nel campionato italiano a meno 19 da Bergomi, decimo. Una storia iniziata il 28 marzo 1993 e che dura da 19 anni. Diciannove anni in cui il Capitano ha segnato duecentoquindici gol che lo hanno portato ad un passo dal raggiungere, e magari superare, la coppia Meazza-Altafini che si divide il terzo posto nella classifica marcatori di sempre della Serie A. I due ex grandi attaccanti sono a quota 216 gol. Ma il Capitano guarda ancora più avanti: l’obiettivo è prendere Nordahl a quota 225 gol. Difficile, se non impossibile, invece agganciare Piola, primo a 274. A rendere ancor più merito al Capitano il fatto che tutti i gol sono stati segnati con indosso una sola maglia: quella della Roma. Roma che ieri sul proprio sito ha celebrato Francesco per l’ennesimo traguardo raggiunto: «28 marzo 1993-5 maggio 2012. Due date da ricordare nella storia della Roma. Il protagonista è lui, l’orgoglio di questo club. Lui che contro il Brescia, diciannove anni fa, faceva il suo esordio in giallorosso. Lui che iniziava a prendere calci e, col passare del tempo, imparava a prendersi la squadra sulle spalle. Lui che capisci quanto sia grande nei momenti più tristi. Lui che realizzi quanto sia importante quando non c’è. Lui che metteva dentro il gol dello scudetto a Roma-Parma. Lui che sfoderava il cucchiaio al derby e a S. Siro. Lui che si faceva male a Roma-Empoli e poi vinceva un Mondiale. Lui che si legge 215 reti in serie A, compresa l’ultima doppietta contro il Catania. Lui che ci ha fatto sorridere e commuovere. Lui che c’è sempre stato. Lui che ha rappresentato la Roma ben 500 volte in serie A. Lui che lo farà ancora per molto tempo. Perché c’è solo un Capitano, lui: Francesco Totti».
A rendere grande il Capitano non ci sono solo i numeri, ma anche i comportamenti. (…). Un uomo che si prende sempre le sue responsabilità, anche quando non è ha. «Le responsabilità di questo pareggio sono mie, non dovevo sbagliare il rigore». Così ha detto dopo il 2-2 con il Catania che ha complicato la corsa al posto in Europa della Roma. Parole ad effetto che stridono con l’ottima prestazione coronata da due gol. Qualcuno tra le righe potrebbe leggere della falsa modestia, ma non è così, anzi. Sono parole che fanno capire di che pasta è fatto l’uomo. Un uomo che ci mette sempre la faccia. Come ha fatto qualche giorno fa quando, al termine di Roma-Napoli, è andato sotto la Curva Sud che contestava per capire, ascoltare i tifosi. Ragazzi come lui. Ragazzi che cantano e canteranno: «C’è solo un Capitano».
Domani la squadra tornerà ad allenarsi a Trigoria per preparare l’ultimo impegno di questo campionato che vedrà la Roma affrontare il Cesena domenica sera alle 20,45 allo stadio Manuzzi. Contro gli emiliani mancherà Taddei che, diffidato, è stato ammonito contro il Catania.