(G. Dell’Artri) – Lazio sempre più inguaiata, Roma fuori da ogni (ir)ragionevole dubbio. Nel giorno in cui la Procura di Napoli chiede l’archiviazione di Catania-Roma tra le partite che sembravano sospette, l’ungherese Gabor Horvatrivela: «Dal racconto di Zoltan Kenesei e Matyas Lazar so che i giocatori di entrambe le squadre (Lazio e Lecce, ndr) sapevano della manipolazione. Anzi, Lazar ha nominato anche capi di club ma purtroppo non mi ricordo di più». L’inchiesta sul calcioscommesse continua a regalare nuovi colpi di scena. Le parole di Horvat potrebbero aprire un nuovo fronte. Quello della (eventuale, come ha avvertito il pm di Cremona, Roberto Di Martino) responsabilità dei dirigenti dei club. Il suo interrogatorio è stato trasmesso ai magistrati lombardi ed è già quindi agli atti dell’inchiesta.
Al momento, però, per le fonti siamo ancora nell’ambito della responsabilità oggettiva. La Lazio rischia una penalizzazione, oltre all’esclusione dalla Europa League. La situazione precipiterebbe se venisse invece provato un intervento da parte della dirigenza. Quella biancoceleste, ma anche quella del Lecce, club coinvolto non solo per Lecce-Lazio del 2011, ma anche per altri (sempre presunti) illeciti e che, proprio per questo, potrebbe addirittura andare incontro a un’altra retrocessione. Dopo quella sul campo dalla A alla B, quella d’ufficio in Lega Pro. Vedremo. Molto dipenderà dalla valutazione che sarà fatta dagli 007 della Federcalcio anche di altre dichiarazioni. Quelle di Stefano Mauri, innanzitutto.
Dopo essere stato ascoltato nei mesi scorsi dalla Procura federale e rinchiuso da lunedì nel carcere di Mantova, il vicecapitano biancoceleste è stato interrogato nella notte di ieri dal gip Guido Salvini. «Non ha fatto alcuna ammissione, non esiste niente che possa ricondurre Mauri a Ilievski (uno degli “zingari”, ndr)», hanno spiegato i suoi legali. Conterà anche la deposizione di Omar Milanetto, pure lui in carcere per avere aggiustato, a detta degli inquirenti, Lazio-Genoa. Ieri Salvini ha interrogato anche lui a Mantova, per due ore: «Ci sono altre partite che sarebbero state combinate», ha confessato il giocatore (ora del Padova), che avrebbe però negato ogni coinvolgimento nella combine. Intanto, come da copione è finito nei guai pure il Napoli. Ieri sono stati recapitati gli avvisi di garanzia a Matteo Gianello e a Silvio Giusti, rispettivamente ex terzo portiere ed ex centrocampista del Napoli. Per il procuratore aggiunto Giovanni Melillo e i sostituti Antonello Ardituro, Stefano Capuano, Danilo De Simone e Vincenzo Ranieri, sarebbero coinvolti nella possibile combine di Sampdoria-Napoli 1-0 del 16 maggio 2010.
A generare il sospetto è stata la confessione di Gianello, che qualche tempo fa ai pm napoletani rivelò: Giusti mi aveva prospettato la possibilità di ricompensare i compagni che avessero aderito alla richiesta di far vincere la Samp. Nell’interrogatorio, il portiere spiegò di aver fatto la proposta negli spogliatoi ad alcuni compagni di squadra, ricordando i nomi di Paolo Cannavaro e Gianluca Grava (che però hanno escluso di avere ricevuto delle proposte) i quali con fermezza gli dissero di no. La Procura di Napoli ha trasmesso tutti gli atti alla Procura federale, che adesso potrebbero deferire il club di Laurentiis per responsabilità oggettiva. Come nel caso della Lazio, anche il Napoli potrebbe essere escluso dalla Uefa, che non ammette alle sue competizioni chi anche solo ha tentato di aggiustare una partita. A Nyon, comunque, valuteranno caso per caso. Tra gli atti spediti dalla Procura di Napoli a Via Allegri c’è però anche la richiesta di archiviazione, sia per una serie di indagati tra i quali i fratelli Cossato, ma anche quella per le presunte alterazioni di Napoli-Parma del 10 aprile 2010, Lecce-Napoli dell’8 maggio 2011, Brescia-Catania dell’8 maggio 2011, Napoli-Inter del 15 maggio 2011, Palermo-Chievo del 22 maggio 2011 e, appunto, Catania-Roma del 15 maggio 2011.