(A. Austini) – E, soprattutto, la chiamata dell’aumento della prima tranche dell’aumento di capitale da 50 milioni che rimetterà a posto il bilancio disastrato della Roma. Il cda di ieri, con i consiglieri italiani a Trigoria e gli americani collegati in videoconferenza, è servito anche a superare le tensioni degli ultimi giorni. Pannes ha rivolto un appello generico (in inglese) ai presenti, chiedendo di evitare certe uscite inopportune fuori dal consiglio. L’unico vero destinatario, Marra, non ha voluto replicare dopo i dubbi espressi la settimana scorsa sul «progetto». Nessuno, come previsto, ha chiesto la testa di Baldini che ha riassunto l’andamento della stagione e ottenuto la conferma della fiducia dal cda. Nella parte tecnica era compresa la nomine diRoberto Fonzo come investor relator e di Francesco Malknet nel ruolo di dirigente preposto alla redazione di documenti contabili societari, oltre all’istituzione dell’organismo di vigilanza monocatico affidato a Flavio Mecenate. L’aumento di capitale – 30 milioni dagli americani e 20 già versati da Unicredit – verrà completato entro il 30 giugno con il supporto di un advisor finanziario e servirà a coprire le perdite nell’esercizio stimate in circa 60 milioni di euro. La trimestrale al 31 marzo approvata ieri ha un risultato netto consolidato negativo per 12,6 milioni di euro. I soldi per il mercato, quindi, dovranno arrivare attraverso altri finanziamenti. Baldini e l’avvocato Baldissoni partiranno stamattina per Boston dove domani e giovedì si riuniranno con Pallotta e gli uomini della Raptor: si parlerà anche del budget da stanziare per gli acquisti, oltre a fissare gli ultimi dettagli della tournée estiva. Baldini porterà un piano di mercato da sottoporre all’approvazione dei proprietari. «Aspettiamo l’input dalla dirigenza e in base a quello ci regoleremo. La fiducia a Baldini e a tutto il management – ha assicurato il vicepresidente Cappelli – è totalmente confermata. È indubbio che gli americani vogliano continuare a investire. Nuovo stadio? Sono state presentate quasi un centinaio di proposte, ora selezioneremo». Tor di Valle continua a essere l’area favorita, entro tre anni la Roma conta di costruire l’impianto proprio al termine dell’accordo con il Coni per l’Olimpico.