“Ti seguo sempre anche se perdi sempre, ti seguo sempre pensa che deficiente…” cantava ieri sera la Sud sulle note di “Ti voglio bene” di Vasco Rossi. Sempre. Ebbene sì, perché anche quest’anno tra mille delusioni e sofferenze, ci siamo sempre stati. Sempre pronti ad onorare la maglia ed a cantare per lei 90′ minuti. “Mai schiavi del risultato”, sempre pronti a combattere per i nostri colori ed a fare la cosa che più ci piace e che meglio ci viene: tifare la Roma. E lo abbiamo fatto, a modo nostro, con quella passione che ci contraddistingue, con quell’attaccemento viscerale ad una casacca tinta di rosso e d’oro bordata che con il nostro canto incessante prende vita. Una stagione di alti e bassi, più bassi forse, ma in cui abbiamo dato ancora una volta lezioni di tifo e di stile a tutti, facendo vedere come si tifa una squadra di calcio. Un annata povera sotto il profilo dei risultati, m ricca per quanto riguarda i nostri e noi, eterni vincitori sugli spalti. E quando qualcosa finisce, comunque sia stata, sulle nostre facce e nei nostri volti s’intravedono note di malinconia. E così è stato anche ieri, quando dopo il triplice fischio, saremmo rimasti lì, nella nostro nido, con gli amici di sempre. Gli amici di sempre sì, quelli che accanto a te ci sono sempre stati. L’abbraccio più grande va a loro, va a tutti quelli che mai hanno mollato e mai mollerano. Va a quelli che per qualche stupida legge di qualche autorità incompetente non è potuto esserci, ma che aspettiamo con ansia l’anno prossimo. L’anno prossimo, quando saremo ancora lì, come tutti gli anni, nonostante mille tessere e mille repressioni. Senza piegarci mai continueremo a vivere a modo nostro, fregandocene dei giudizi altrui ed andando dritti per la nostra strada. Quello di ieri è stato dunque un arrivederci e non un addio. Un arrivederci a quella che per 9 mesi l’anno diventa la nostra casa, il nostro rifugio da mille pensieri. Un covo pieno di amici veri. La vita. Perchè la curva è la nostra vita. Ci completa, ci rende quello che siamo e ci permette di vivere la nostra vita a 360°. Perchè noi siamo lo stupendo vivere in un mondo di morti e, chi non ci sta dentro non potrà mai capire. Quelli che verranno saranno 3 mesi morti, nei quali trovare qualcosa da fare sarà difficile. L’unica cosa che potremo fare sarà contare i giorni sperando che passino più velocemente possibile per tornare a casa, riabbracciare gli amici di sempre e far sventolare libera la nostra pasisone. perchè l’anno prossimo ci saremo ancora, senza tessera e senza privilegi a cantare a squarciagola per il nostro sogno più grande. Un sogno, questo eravamo ieri, siamo oggi e saremo sempre…viva la pazza gioia di essere romanisti!
A cura di Edwin Iacobacci