Perquisita “la base romana dell’organizzazione”. Dalle intercettazioni e dai tabulati telefonici verrebbero svelati i rapporti tra Mauri e Luca Aureli, gestore della Goldbet.
(A.Abate) – “Per il giallo della parrucchiera, chiamate l’ispettore Derrick”, capeggia dal primo aprile sulla bacheca Facebook di Luca Aureli, titolare dell’agenzia Goldbet sull’Aurelia. Pensava fosse un pesce d’aprile, uno scherzo che la sua fidanzata, Samanta Romano, potesse essere la chiave di svolta dell’inchiesta calcioscommesse. Ma forse in fondo non poteva non saperlo: ieri la sua agenzia di scommesse era chiusa a lutto. A pubblicizzarla ci pensava l’ordinanza del pm Di Martino a Cremona: “Mauri intratteneva una fitta rete di rapporti diretti e telefonici in particolare con Alessandro Zamperini, che costituiva il costante strumento di mediazione tra il gruppo degli “zingari” e i calciatori, corrotti o corruttibili, della serie A. Tali rapporti Mauri li teneva in particolare con una scheda “dedicata”, intestata a una donna, quest’ultima in relazione sentimentale con il titolare di un’agenzia sulla quale Mauri e altri associati si appoggiavano per le scommesse illegali”. Questa è l’ultima novità giunta dal Nord: quel telefono, a nome della parrucchiera, lo custodiva proprio il centrocampista brianzolo. E da quello stesso cellulare, il giorno di Lazio – Genoa, sarebbero partite tantissime telefonate. Mauri è ora accusato a Cremona per “associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva”. A incastrarlo le stesse modalità che avevano portato all’arresto del capitano dell’Atalanta Cristiano Doni. Intercettazioni e tabulati telefonici hanno prodotto l’ordinanza. Era seguito da mesi il laziale. Casa chic vicino a via Cortina d’Ampezzo, comoda per andare a Formello ad allenarsi ed anche per raggiungere i compagni per qualche grigliata all’Olgiata, un’agenzia vicino Malagrotta per “sporcare” – a detta dei pm lombardi – la sua “dolce vita” romana e calcistica. I rapporti con Luca Aureli, gestore della Goldbet sull’Aurelia, lo incastrerebbero. Che fosse Milanetto o meno a farlo, certo è che l’operazione di rastrellamento del denaro finiva con successo, se è vero, come sostiene l’accusa, che in occasione di Lecce – Lazio i giocatori delle squadre, fra cui Stefano Mauri, sarebbero stati corrotti con 600 mila euro. Soldi sporchi.