Tutti a Trigoria per confrontarsi attorno a un tavolo, valutare pro e contro dei vari candidati alla panchina della Roma, scegliere il successore ideale per il dopo Luis Enrique. Franco Baldini, Walter Sabatini e Claudio Fenucci si sono ritrovati nel centro sportivo giallorosso per un riunione operativa in cui fare il punto e programmare le prossime mosse. Per il direttore generale, rientrato questa mattina nella Capitale dopo un giorno di relax nella sua Reggello, il direttore sportivo e l’amministratore delegato i nomi al vaglio sono quelli di Vincenzo Montella, Andrè Villas-Boas, e almeno un altro paio di tecnici tra cui però non ci sarebbe Zeman, fresco di promozione in A col Pescara. A Montella l’impasse della dirigenza giallorossa non farà particolarmente piacere, un pò perchè lui il proprio via libera al ritorno in giallorosso lo ha già dato (manca quello del patron del Catania, Pulvirenti, che però non preoccupa particolarmente a Trigoria), un pò perchè l’impressione è quella di una candidatura non ancora sposata del tutto dalla triade romanista. Soprattutto Baldini e Sabatini, dopo i dissidi dello scorso anno sulla scelta del tecnico (alla fine la spuntò il primo con la ‘scommessà Luis Enrique), stavolta sembra abbiano intenzione di andare su un tecnico più che condiviso. Ecco perchè, oltre a Montella, si stanno valutando altre piste. Una porta ancora a Villas-Boas, già cercato lo scorso anno, prima di approdare al Chelsea.
Da marzo, dopo l’esonero di Abramovic, il portoghese è tornato sul mercato senza alcuna clausola rescissoria e adesso sta valutando con attenzione varie proposte. In particolare quella del Liverpool, in cerca di un nuovo manager. «Per me è importante scegliere il progetto giusto. Non c’è alcuna urgenza in questa scelta» sono state le sue ultime dichiarazioni pubbliche, che ricalcano in pieno la linea di Trigoria in merito al nuovo allenatore («non c’è fretta, è più importante scegliere la persona giusta»). A frenare al momento l’arrivo di Villas-Boas a Roma è in primis la sua ‘sete di vendettà nei confronti del Chelsea e la voglia di prendersi una bella rivincita in Premier League, e poi un ingaggio non certo per tutte le casse (i Reds sarebbero pronti a mettere sul piatto circa 5 milioni). Nella prossime 48-72 ore, comunque, i dubbi che che attanagliano Baldini e Sabatini dovrebbero sparire. Intanto, a fare il tifo per Montella, anche se in maniera ironica, è Paolo Fiorentino, vice dg di UniCredit, l’istituto bancario socio di minoranza della cordata statunitense. «Vincenzo è un nostro cliente ed è anche napoletano – ha dichiarato alla trasmissione ‘La politica nel pallonè il manager, partenopeo come l’Aeroplanino – Le dimissioni di Luis Enrique? A Roma è molto complicato gestire la squadra: il livello di stress è pazzesco. Certamente la squadra poteva fare meglio, ma questa era una stagione di passaggio. Spero che il lavoro fatto non vada perso». Anche perchè «l’anno prossimo la squadra deve competere per entrare in Champions League». Mentre il club potrebbe uscire dalla Borsa: «Gli azionisti di minoranza si stanno assottigliando – ha ammesso Fiorentino – Alla fine, per la loro stessa tutela potremmo decidere di non avere una società quotata. È una valutazione che dipenderà dall’adesione agli aumenti di capitale: se gli azionisti di minoranza non sottoscriveranno, diventeranno una quota piccolissima e questo potrebbe portare a valutazioni successive». Le stesse che stanno facendo Baldini e Sabatini per decidere chi mettere al posto di Luis Enrique.
Fonte: ansa