(G. BIANCONI) – Anche Leonardo Bonucciavrebbe dovuto ricevere la visita dei poliziotti, lunedì mattina, nel blitz a Coverciano.Come Criscito. Gli investigatori avevano inserito il suo nome tra le persone da perquisire, ma all’ultimo momento il procuratore di Cremona l’ha depennato. Non perché ritenesse che non ce ne fossero i presupposti, ma in quanto la posizione del difensore della Juventus e della Nazionale è ora al vaglio della Procura di Bari, e il magistrato lombardoha voluto evitare sovrapposizioni col lavoro dei colleghi pugliesi.
Solo per questo motivo Bonucci non ha ricevuto l’avviso di garanzia(da notificare solo quando si compie un atto a cui deve presenziare l’avvocato difensore), a differenza di Criscito che dopo la perquisizione è stato escluso dalla lista dei convocati per l’Europeo. Ma sul piano giudiziario le due situazioni sono uguali: entrambi sotto inchiesta, per la stessa ipotesi di reato. L’unica differenza è che la posizione di Bonucci — come quella di altri calciatori che militano o hanno militato nel Bari—è stata trasmessa a un altro ufficio inquirente.
Bonucci è stato iscritto nel registro degli indagati di Cremona il 3 maggio scorso, per la presunta partecipazione a un’ipotetica associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, con apposito provvedimento firmato dal procuratore De Martino. Di lui ha parlato l’ex capitano della squadra biancorossa Andrea Masiello, uno dei «pentiti» dell’inchiesta, a proposito del presunto tentativo di combine in Udinese-Bari, 9 maggio 2010 finita 3 a 3. Stando al racconto di Masiello, il ristoratore De Tullio, dove spesso si ritrovavano a mangiare i calciatori del Bari, gli disse che «lui poteva scommettere sul “live” (…), e se volevo contattare qualche mio compagno per fargli sapere se voleva vincere qualcosa d’importante, di farglielo sapere che lui era pronto (…). Io vado al campo e parlo con Bonucci, Belmonte, Parisi e Salvatore Masiello, e gli faccio presente questa cosa».
Secondo il «pentito» l’incontro avvenne alla vigilia della partita, sabato 8maggio, dopo che Bonucci era rientrato dal ritiro con la Nazionale: «Lui (Bonucci, ndr) e gli altri compagni erano a favore, comunque ha detto “se si può fare siamo interessati”». Dal raduno barese Salvatore Masielloavrebbe telefonato a Simone Pepe, all’epoca dell’Udinese, che però avrebbe declinato la proposta: «Appena staccò la chiamata si girò versi di me, eravamo in camera io e Belmonte, e disse “No, Pepe ha detto di no”», ha dichiarato Masiello al giudice che l’ha arrestato, lo scorso aprile. Interrogato per due volte come testimone, prima che arrivasse l’iscrizione di Cremona, Bonucci ha negato la circostanza. Ora la Procura di Bari dovrà decidere se e come proseguire l’indagine sul suo conto, anche sulla base degli accertamenti che sono già stati avviati per verificare la fondatezza del racconto di Masiello.