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CORRIERE DELLA SERA Prandelli deciso: “No alle crociate Se serve non andiamo agli Europei”

Cesare Prandelli

(A. BOCCI) – Più che uno sfogo è stata una provocazione. «Se ci dicessero che per il bene del calcio la nazionale non deve andare all’Europeo, non sarebbe un problema». Cesare Prandelli è andato giù duro. L’intervista classica che ha preceduto l’amichevole con la Russia, concessa a Bruno Gentili, il vice direttore di Raisport, è stata uno shock. Il c.t. non l’aveva pianificata.

Ma al momento giusto non ha resistito. Un gesto d’amore verso la sua squadra. L’invito ad abbassare il tiro e i toni in un momento delicato. Qualcuno capirà. Qualche altro si indignerà. Però Prandelli ha sentito che qualcosa doveva fare. E la sconfitta contro la Russia, la più netta della sua gestione, ne è una riprova. L’ultima burrasca, giovedì pomeriggio, è stata difficile da digerire. Demetrio Albertini, vice presidente federale e responsabile del club Italia, senza tanti giri di parole l’aveva definita un tiro al bersaglio. Prandelli è stato più duro, più provocatorio. La nazionale si sente assediata, chiusa dentro il proprio fortino, mentre l’Europeo si avvicina inesorabilmente e la squadra è un cantiere aperto. «Non mi piacciono le crociate o le prese di posizione che non tengono conto delle conseguenze. Mi piacciono, invece, i confronti. Vorrei parlare soltanto di pallone, ma quello che sta succedendo mi impone qualcosa di diverso».

Prandelli, come la Federcalcio e soprattutto come ha fatto Andrea Agnelli uscendo alla scoperto, si sta chiedendo come mai, in un momento già critico per l’inchiesta sulle scommesse, sia uscita l’informativa su Buffon.«L’umore di Gigi? Dovete chiederlo a lui. È un ragazzo molto forte, che ha grande personalità e riesce a nascondere il disagio. Però anche a uno come lui può pesare un momento così difficile. Anche i forti possono essere sensibili». E a chi continua a domandarsi perché Criscito non è rimasto in gruppo mentre Bonucci si, Prandelli ha ripetuto quella che è la linea della Federazione: «Nessun giocatore della Juve, sino a prova contraria, ha ricevuto alcun avviso di garanzia ». Vale per Bonucci, che però è indagato. Vale, soprattutto, per Buffon che non lo è e per il quale il problema per il momento è etico. Una risposta indirizzata anche allo stesso Criscito, che si è lamentato della Federcalcio, ma che forse farebbe meglioa concentrarsi sui capi di imputazione a suo carico. Questo prima della partita.

Poi c’è un dopo. Le dichiarazioni,mischiate a quelle sportive, alla fine della brutta sfida con la Russia. Il tempo stringe e i problemi si raddoppiano. «Mi spiace perché anche dopo una sconfitta così si finisce a parlare delle solite cose. Azzeriamo tutto e da qui in avanti cerchiamo di parlare solo di calcio. E lavoriamo sodo. Criscito? Lui sa cosa ci siamo detti. Mimmo era in una situazione particolare, secondo me riuscirà a risolvere i suoi problemi. Comunque gli mando un abbraccio». Nel mezzo non sono mancate le reazioni istituzionali. Giancarlo Abete, presidente federale, ha ridimensionato la portata delle dichiarazioni del suo allenatore: «Solo uno sfogo. Non credo alla giustizia ad orologeria. Andremo all’Europeo e cercheremo di rimanerci il più a lungo possibile. Criscito si sente abbandonato? Psicologicamente non era al top, ma comprendo la sua delusione». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che il 10 sarà a Danzica per Italia-Spagna, ha liquidato la questione Prandelli con una non risposta: «Non mi sono posto il problema, quando lo farò vi risponderò ». Il ministro Anna Maria Cancellieri, ministro degli interni, ha invece incoraggiato gli azzurri: «L’Europeo è un impegno internazionale importante. Giocate, giocate bene e forza Italia». È l’unica cosa su cui sono tutti d’accordo.

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