(P. Torri) – Prima Jovetic. Ora Robben. Manca solo il terzo indizio, come regola criminologica vuole, perché il tutto si trasformi in una prova. Ma forse non c’è bisogno di attenderlo. Perché la Roma, immagina, pensa, progetta, lavora per un colpo di mercato che possa accendere la fantasia dei suoi tifosi, nella certezza che la passione della sua gente sia un patrimonio su cui costruire un presente importante, base imprescindibile per un grande futuro.
L’ultima dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, si è materializzata non più tardi di qualche giorno fa, quando è diventato ufficiale il ritorno di Zdenek Zeman sulla panchina giallorossa. Non è teoria, ci sono numeri concreti a dimostrarlo. Quelli degli abbonati, per esempio, che per il solo ritorno del boemo si sono presentati già in ventimila a garantirsi la tessera per la prossima stagione. Una risposta d’amore ancora più straordinaria se si pensa ai risultati del primo anno born in the Usa.
Ecco, a questo amore, a questa passione capace di srotolare uno striscione che diceva mai schiavi del risultato, a questa gente che ha sulla pelle il prezioso dono di saper sognare come nessun’altra, a questi tifosi che hanno ancora l’invidiabile pregio di sapersi emozionare, la Roma deve provare a regalare un sogno. Che poi tutto sarebbe meno che regalare. Perché in realtà vorrebbe dire regalarselo. Con i tifosi pronti, con i soli abbonamenti, a garantire perlomeno lo stipendio annuale di un top player. […]