(P. Torri) – «Non hanno un euro, pensa che stanno cercando di avere una fidejussione per pagare Borini». Fonte Parma, parole dette in confidenza subito dopo l’apertura della busta giallorossa con la cifra per il riscatto della seconda metà del cartellino dell’attaccante. Roba da preoccuparsi. Se non fosse che si tratta di una sciocchezza (eufemismo), al punto che non solo la Roma non presenterà nessuna fidejussione (come peraltro fanno tutte le altre società), ma pagherà cash, entro il cinque luglio. L’ennesima siocchezza, si potrebbe aggiungere, da quando la Roma ha una proprietà americana che chissà perché, anzi si sa bene perché, è stata descritta come una confraternita di straccioni, prestanome, fantasmi, accattoni e pure massoni. Eppure i fatti avrebbero dovuto perlomeno far nascere il dubbio. Basti ricordare il meno 44 milioni della campagna acquisti dello scorso anno, le tante iniziative varate, una su tutte l’accordo con la Disney per sei anni, le molte novità pensate e realizzate a uso e consumo dei tifosi. (…)
CDA – E’ previsto per giovedì prossimo, a Trigoria. Diversi i punti all’ordine del giorno, non l’aumento di capitale. Questione che ha già fatto gridare qualcuno sul fatto che non ci sia un euro e che gli americani non abbiano intenzione di metterli. Eppure a noi risulta che dei cinquanta milioni previsti di aumento di capitale, trenta siano già in cassa, i ventuno di Unicredit versati diversi mesi fa, dieci degli americani fatti arrivare sul conto un mese fa. Ne mancano diciannove che il consorzio americano verserà in questi ultimi giorni di giugno per completare un primo aumento capitale che, al momento, per questioni tecniche, è meglio definire finanziamento soci, cosa che poi a settembre si trasformerà, appunto, nell’aumento di capitale vero e proprio. Saranno quattro i punti principali che saranno discussi in un Cda (già preceduto da molte riunioni tra parte americana e parte Unicredit) che vedrà la presenza dei due amministratori delegati Pannes e Fenucci, i consiglieri Baldissoni, Mingrone, Navarra, Marra (o no?), mentre in conference call ci saranno Pallotta, DiBenedetto, Tacopina, Fiorentino, Cappelli. Non è prevista la presenza in qualsiasi forma degli altri due soci americani, Rouane e D’Amore (del resto non fanno parte del Cda) che, peraltro, hanno già fatto sapere che si presenteranno alla Roma il prossimo venticinque luglio quando i giallorossi incontreranno il Liverpool in amichevole a Boston. (…)
STADIO – Sabato prossimo, trenta giugno, scadrà il termine entro il quale la Cushman & Wakefield dovrà presentare alla Roma la relazione a proposito dei siti individuati per la costruzione dello stadio giallorosso. Il lavoro della società, leader nel settore e che come socio di maggioranza ha la famiglia Agnelli, è ormai arrivato alla stretta finale. Sono arrivate circa ottanta proposte, una ventina sono state già bocciate perché non presentevano neppure i requisiti minimi richiesti. Alle rimanenti è stata data una percentuale rispetto ai requisiti. E questo ridurrà notevolmente le opzioni che alla fine si restringeranno a tre, quattro, forse cinque. La Roma, intanto, ha già avviati nuovi e ripetuti contatti con il Comune. Perché c’è l’intenzione, una volta presa la decisione, di cominciare subito a fare tutto quello che ci sarà da fare per dare ai tifosi la loro casa giallorossa