(A. Santoni) – Cosa vuoi che sia giocare contro la Spagna ipercampione, al debutto nell’Europeo, da centrale difensivo come non ti era sul serio mai capitato prima, e risultare tra i migliori in campo. Roba da nulla, se ti chiami Daniele De Rossi, forse. Si può andare anche avanti, arretrando, qualche volta. Un concetto che al giocatore della Roma calza a pennello. Lui intanto se la gode, a modo suo ovviamente, perché l’uomo ha i suoi percorsi, anche caratteriali. E qualche volta sa attaccare anche facendo finta di difendersi, come gli è capitato, secondo noi, in questi giorni, proprio a proposito dell’evoluzione tecnica che sta maturando qui in Europa. C’è qualcosa che dovrà chiarire con il suo nuovo allenatore, Zeman, in questo senso, visto che il boemo non ha in mente di sfruttarne questa nuova duttilità tattica (« Per me è un centrocampista e neppure un regista »).
CORRIERE DELLO SPORT Si scrive De Rossi si legge universale
APPLAUSI – Di sicuro De Rossi non ne ha bisogno, però una mano in questo senso gliela potrebbe dare Gigi Di Biagio, già pupillo di Zednek a Foggia, convertito mediano in quelle stagioni gloriose, prima di chiudere la sua importante carriera proprio da centrale di difesa. L’ex azzurro, qui a Cracovia con uno straordinario quintetto di compagni, Peruzzi, Ferrara, Favalli e Di Livio, per un’iniziativa benefica, domenica pomeriggio era a Danzica, insieme agli altri. « Daniele ha fatto una partita strepitosa. Ci ha messo tutto se stesso. Mi pare abbia tutte le qualità per ritagliarsi un spazio importante in quella zona del campo. Volendo trovare il neo direi che qualche volta avrebbe dovuto pensare più da difensore. Ma sono dettagli, in una prestazione da incorniciare ». Anche Peruzzi e Ferrara si associano agli elogi di Di Biagio: « Per settanta minuti ha fatto benissimo. Adesso dovremo vederlo contro un attacco con una prima punta profonda, “vera”. O magari due. Intanto bisogna dire che la scelta di Prandelli è stata ragionata e la risposta di Daniele è stata ottima ».
ESIGENZE – Una valutazione, questa del particolare assetto della Spagna, con un attacco fatto di manovratori offensivi di altissima qualità ma non certo bomber di razza, che non preoccupa Demetrio Albertini, sempre vicinissimo alle cose della Nazionale, non solo sul piano politico-organizzativo: « Io dico che la presenza di una prima punta avrebbe reso più facile il lavoro di Daniele. Che comunque ha disputato una bellissima partita ».
IL CT – Cesare Prandelli, per parte sua, oltre a godersi il successo per la scelta tecnico-tattica studiata per De Rossi, anche ieri, dopo certe riflessioni fatte a caldo dopo la partita, ha alzato ulteriormente l’asticella: «Ne abbiamo parlato con Daniele. In alcuni frangenti dell’incontro, la nostra linea difensiva era senza riferimenti. Io gli ho detto che lui avrebbe dovuto fare un passo avanti, dando così più peso al centrocampo. Certo, ha fatto una grande partita, ma per come vedo io il calcio, doveva interpretare meglio le due fasi ». Ulteriore precisazione del ct. Nel caso in cui la sua Italia, contro la Croazia o più avanti, col rientro di Barzagli, dovesse tornare con una difesa a 4, automaticamente De Rossi, anche in Nazionale, tornerebbe a centrocampo: « No, Daniele nella linea a quattro non lo vedo, se non in caso di emergenza durante la partita avendo finito i cambi ».(…)