(P.Archetti) La scuola tedesca ha spesso proposto con successo l’adattamento di un leader del centrocampo al ruolo di regista difensivo:
un tempo si diceva libero, adesso centrale, ma poco cambia.Due Palloni d’oro come Franz Beckenbauer e Matthias Sammer presero il trofeo proprio dopo aver cambiato posto anche in nazionale, compiendo lo stesso percorso che caratterizza l’Europeo di Daniele De Rossi.
Tutto nacque con il Kaiser, spostato dietro dal c.t. Schoen soltanto nel 1971, mentre nel Bayern la sistemazione era quella da anni. E se quella dell’Europeo del ’72 fu la più bella Germania di sempre, la novità di un difensore così tecnico e pronto alla doppia fase fu una delle chiavi vincenti. «Ho visto De Rossi contro la Spagna. Mi è piaciuto», racconta Beckenbauer al telefono. «È un esperimento riuscito e può diventare una scelta definitiva che arricchisce l’Italia. Il romanista è riuscito a dare l’impronta alla costruzione del gioco, in possesso di palla, ed è stato svelto a mettersi in linea con gli altri difensori quando la Spagna attaccava. È andata molto bene».
EX ATTACCANTI Beckenbauer era attaccante nelle giovanili, terzino sinistro al debutto con il Bayern e mediano in nazionale. Miglior centrocampista del Mondiale ’66 (con 4 gol) e protagonista nella coppa del mondo del ’70; poi il cambio. «Un buon centrocampista, come De Rossi, è avvantaggiato perché alla naturale visione del gioco aggiunge il senso di posizione. Riesce a manovrare meglio la squadra con più spazio e riesce a tenere l’ordine difensivo. Devo dire che tutta l’Italia mi è piaciuta, mi ha quasi sorpreso». Perché? «Troppe turbolenze durante la preparazione: gli infortuni, lo scandalo per le scommesse, il terremoto: non si poteva contare sugli azzurri. Invece hanno meritato contro la Spagna. Semifinale con la Germania? Il potenziale c’è, ma il torneo è appena iniziato».
INDIETRO Anche Sammer partì da attaccante, poi virò sul centrocampo: l’Inter lo prese come numero 10 al posto di Matthäus (un altro che finì la carriera da libero), l’ex Ddr giocò al Mondiale ’94 sulla trequarti, poi Ottmar Hitzfeld nel Borussia Dortmund lo sistemò in difesa: così, nell’ultimo titolo preso dalla Germania, l’Europeo ’96, Sammer diventò fondamentale e infilò anche due reti. A fine stagione gli diedero il Pallone d’oro e ora racconta: «De Rossi ha interpretato in maniera intelligente la posizione, è stato d’aiuto ai compagni in parecchie situazioni rischiose. Il suo pregio? La tranquillità data anche nella partenza dell’azione, prendendo l’iniziativa. Uno del suo calibro riesce a leggere la partita e ha un buon anticipo, dote fondamentale. Da ex centrocampista, capisce meglio quando arriva l’attimo per lanciare le punte. Il centrale moderno deve essere più offensivo, come lo ero io. De Rossi ha giocato bene, il suo ruolo ha dato freschezza e qualità al gioco dell’Italia. Una bella sorpresa».