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GAZZETTA DELLO SPORT Nico Lopez e tanti rimpianti. Il “piccoletto” si fa strada e studia da nuovo Insigne…

Nico Lopez

(F.Oddi) Sabato, nel quarto di finale contro il Varese, il 18enne Nicolas Lopez detto Nico ha giocato mezz’ora, segnato un gol e tre quarti (la palla era davanti alla linea, Frediani l’ha toccata, togliendogli la paternità del 4-0), martedì nella semifinale con la Lazio ha fatto 23′, centrando un palo e costringendo Berardi all’ennesimo miracolo di giornata. In entrambi i casi ha ridicolizzato ogni difensore che ha provato a fermarlo senza farsi aiutare da un paio di compagni, e ha monopolizzato l’attenzione degli addetti ai lavori nel post partita: nel primo tutti ad informarsi sul suo conto, nel secondo a chiedersi perché un ragazzo con quel talento sia stato messo in campo così tardi, solamente dopo il 2-1 di Emmanuel.

CON ZEMAN Passerà dalla panchina alla prima squadra, il talentino di Montevideo, nella stagione che verrà tornerà spesso a giocare in Primavera, ma intanto il mese prossimo farà il ritiro con Zeman: i dubbi sul suo avvenire sono tutti legati al fisico magrolino, ma controllo di palla e dribbling sono da piccolo fuoriclasse. Praticamente quello che si è sempre detto di Lorenzo Insigne, che prima di incontrare il boemo era un buon talento e nulla più, certo non più considerato dei titolari dell’attuale Roma Primavera.

RECORD PART TIME Ha cominciato ad allenarsi a Trigoria a inizio dicembre, il contratto (fino al 2016, un milione di dollari al Nacional Montevideo, che sperava di avviare un’asta, ma Sabatini è stato bravissimo a trovare subito l’accordo col giocatore) è stato depositato l’11 gennaio, il transfer è arrivato ai primi di febbraio. Da allora è rimasto a disposizione per 21 partite, ne ha giocate 14, solamente 10 dal primo minuto, appena 5 per intero, 17 i gol segnati, uno ogni 51′, senza neanche un rigore o un calcio di punizione.

In Uruguay era già andato a segno in serie A (3 volte in 6 gare, vincendo lo scudetto), a Roma persino di testa, lui che ama tenersi largo a destra per saltare l’uomo, rientrare e calciare col sinistro. Con quel fisico che con una spallata vola via, e una velocità tale che non riescono neanche a dargliela, quella spallata.

 

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