E’ arrivato il momento delle verità. L’ora dei verdetti, quelli da dentro o fuori, l’occasione da non perdere per nulla al mondo. Zeman e la Roma, una storia d’amore che dura da una vita, una novella romantica, la crasi perfetta tra due elementi imprescindibili l’uno dall’altro. Un sentimento vero, un affetto durato anche nei tredici e lunghi anni d’esilio del boemo dalla capitale: il ritorno dello “Jedi” secondi colleghi d’oltreoceano, un mostro sacro del calcio italiano che ritrova una panchina, la sua panchina, dopo un rocambolesco girovagare per piazza non così importanti per il suo credo calcistico. Era il 4 giugno del 1999 quando Zdenek lascio’ la Roma dopo un quinto posto in campionato e una lunga serie di battaglie alla Juventus e ai poteri marci e corrotti del calcio italiano: fu lui il paladino della giustizia che scoperchio’ il “vaso di Pandora“, mettendo in luce le tante crepe del sistema calcio nostrano e soprattutto lanciando forti accuse sull’abuso dell’uso di farmaci nel mondo del pallone. Ora dopo esattamente tredici anni ( il 4 giugno 2012 torna al Bernardini per mettere nero su bianco sul suo contratto) il boemo rimette piede a Trigoria con l’entusiasmo e la determinazione di chi e’ rimpatriato per dire al mondo intero che “zemanlandia” non morirà mai e che nella capitale potrà trovare il suo periodo di massimo splendore. Si riparte quindi dalle prime dichiarazioni da nuovo allenatore della Roma di Zeman, che promette di far divertire la gente e di trasmettere emozioni con la sua squadra. Parole d’amore verso la citta’e verso quella sponda del Tevere che il boemo non hai mai dimenticato: “Roma la sento mia. E’dal ’99 che mi ero prefissato di tornare“. Messaggio forte e diretto a chi aveva pensato che Zdenko fosse tornato solo per rivincite personali e che con lui in panchina non si sarebbe pensato a vincere da subito. Sembra come se il tempo si fosse fermato per il “Bohemian Maestro“: la solita eleganza nel parlare e nel comportarsi, il solito cinismo dei suoi commenti, la solita ed irrefrenabile voglia matta di calcio d’attacco, la consueta e inseparabile sigaretta mai spenta tra le dita. Tutto come tredici anni fa…Tutto così affascinante e idilliaco…Tutto carico di sentimento ed emozione come un matrimonio risanato dopo tanti anni di lontananza. Bentornato Zeman, maestro di vita e di calcio, spetta a lei ora riprendere le redini di un’orchestra un po’ troppo stonata e appannata come quella dell’ultima stagione.
Nicolo’ Ballarin