Con il ritorno di Zeman sulla panchina giallorossa a 13 anni di distanza, Daniele De Vezze, ex centrocampista della Roma, è intervenuto ai microfoni di Gazzettagiallorossa Onair, per parlare dei tempi in cui era allenato dal boemo. Ecco le sue parole:
Capello-Zeman?
“Sono arrivato in serie A nel momento in cui è andato via Zeman. E’ il mio rimpianto. Ero arrivato con un allenatore che puntava sui giovani, dovevo restare e invece sono andato via perché con Capello volevano vincere a tutti i costi, e avevano una politica diversa”.
Sugli allenamenti.
“Sono faticosissimi. Punta tanto sulla parte atletica, e ha una metodica abbastanza pesante dal punto di vista del volume di lavoro. Conosco anche alcuni giocatori del Pescara che mi hanno detto la stessa cosa”.
Sulla fase difensiva?
“Il suo pensiero era sempre fare un gol in più dell’avversario. Di Zemanlandia ce n’e una sola ed è riconosciuto per questo calcio diverso dagli altri, che è spettacolare e curato più nella sua parte offensiva che in quella difensiva”.
Tu eri molto giovane. Come ti motivava il boemo?
“Era una squadra abbastanza giovane, che aveva anche giocatori di esperienza. C’era poco da motivare, perché andavamo a 200 all’ora, in ritiro sopratutto. La Roma era una squadra formata da tutti giocatori con delle doti fisiche spiccate. Correvamo come assatanati”.