(S. Carina) – Il conto alla rovescia è iniziato. Se da ieri la legge sugli stadi è all’esame della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, entro la fine del mese la Roma presenterà le 3-4 aree ritenute idonee per la costruzione del nuovo impianto. Massimo riserbo sui nomi, anche se quello che è certo è che le zone scelte (appartenenti a privati) faranno parte del comune di Roma. Una volta ottenuto il via libera (scontato) da parte del cda societario, inizierà il confronto con il Campidoglio, soprattutto sul tema della viabilità e delle infrastrutture. I tempi non saranno brevi (da non dimenticare le elezioni comunali nel 2013) e per questo motivo il club si è cautelato, firmando una settimana fa un accordo triennale (con opzione per un altro biennio) con il Coni per lo sfruttamento commerciale dell’Olimpico. Ma quanto è rilevante possedere uno stadio di proprietà? Uno studio dell’analista economico Andrea Sabatini dà la prima evidenza empirica (anche solo fermandosi all’aspetto di natura economica, più che patrimoniale) di come poter disporre di un proprio impianto permetta ai club di veder diminuita la dipendenza economica dai risultati sportivi, altrimenti totalmente vincolanti. A confronto finiscono i bilanci della Juventus e della Roma dell’ultimo biennio. Il risultato? La stagione senza coppe dei bianconeri di quest’anno (ma con lo stadio nuovo) ha praticamente pareggiato quella della Roma 2010-11 con la Champions (ma all’Olimpico). Il cuore del confronto è sulla dinamica dei ricavi da stadio. Nei primi nove mesi della stagione 2010-11, la Juventus ha realizzato 9,3 milioni giocando all’Olimpico di Torino (non di proprietà) una stagione incolore, in campionato e nelle coppe. Quest’anno, invece, con le sole partite di serie A e di Coppa Italia, disputate però nell’impianto di proprietà, al 31 marzo 2012 è stato registrato un incremento del 156% (23,9milioni). Viceversa la Roma, nel 2010-11 alla voce incassi dal botteghino ha ottenuto 25,4 milioni dall’Olimpico di Roma (in affitto dal Coni), beneficiando però delle gare di Champions dove è giunta sino agli ottavi di finale. In questa stagione, con solo una partita europea casalinga all’attivo, il decremento è stato del 53% (11,9milioni) giocando nella medesima struttura. Le differenze sono evidenti anche agli occhi profani di chi s’intende poco di economia. Ma ancora più interessante entrare nel dettaglio: la Juve 2010-11 (al 31 marzo) aveva giocato 22 gare interne (comprese le coppe) e totalizzato all’incirca 417.440 tifosi, ottenendo un ticket unitario pari a 22,33 euro. In questa stagione, senza l’Europa, per i bianconeri le partite sono state 17 (5 in meno) e gli spettatori circa 619.779 (oltre 200.000 in più, ossia +48%): il ricavo unitario è salito a 38,51 euro (incremento del 72%). Per la Roma 2010-11 (al terzo trimestre), erano state invece 19 le presenze davanti al pubblico amico (con 4 gare di Champions) con circa 614.821 spettatori sugli spalti, per un incasso unitario medio di 41,25 euro. Quest’anno, con un solo confronto interno europeo all’attivo, le gare sono state 16 ed i tifosi all’Olimpico circa 585.362: ne deriva un incasso unitario medio di 20,32 euro (-51%).
Mercato: torna a circolare il nome di Uvini (San Paolo) anche se la Roma smentisce l’interessamento. Juan piace all’Internacional ma il suo agente ribadisce: «Non si muove».