(A.Angeloni) – Un addio inconscio. Qualcuno, infatti, disegna proprio questo destino: nel campionato successivo a non esserci è proprio Zeman, mentre quelli che dovevano partire, i vari Candela, Delvecchio, Aldair, erano ancora lì e nel giro di due anni avrebbero addirittura vinto uno scudetto, con Capello e non con Zdenek. Zeman, da quel giorno, non ha più messo piede a Trigoria. Ha vissuto in esilio, con qualche successo e svariati fallimenti, soprattutto via da Roma per motivi politici. Era scomodo. E forse lo è ancora. Ieri alle 15, riecco Zeman a Trigoria e non è un déjà vu. Tutto previsto, ovvio, ma vederlo varcare il cancello del Bernardini con quella solita flemma, fa effetto. Zdenek – pantaloni e camicia jeans – in quel momento ricomincia ufficialmente la sua avventura nella Roma. Chiamiamolo Zeman bis o forse è meglio Zeman II la vendetta. La sua Roma sarà spettacolare, diversa, contro e stavolta, possibilmente, vincente.
IL MESSAGGERO Zeman, due anni di Roma
La firma del contratto è una formalità prevista, la durata è quasi a sorpresa: Zeman si lega per due anni. Cose mai viste. Perché il boemo si è piegato e legato a una società non solo per un anno? Per vari motivi, ragione, sentimento e tasca. La Roma aveva la necessità di dare l’idea della programmazione e non dell’improvvisazione e questo non poteva succedere con il legame di un solo anno. Zeman ha accettato perché – come ha detto ultimamente – questa la considera la sua ultima occasione, la Roma è una questione anche di cuore e troppe storie non ne ha volute fare durante la negoziazione. Infine, la motivazione economica: blindare Zeman per due anni, per la Roma significa non ridiscutere economicamente un contratto in caso di primo anno soddisfacente.
Nel comunicato si parla di «accordo raggiunto, di durata biennale, che prevede il riconoscimento di emolumenti in linea con i parametri di mercato (un milione più i premi, circa ndr)». Poi annuncia «l’arrivo dello staff Cangelosi, Modica e Ferola». Quest’ultimo – a differenza di Zeman – è stato a Trigoria la mattina, per cominciare a preparare il lavoro precampionato e per verificare le strutture del Bernardini. Il boemo ha chiesto di essere presentato oggi e non mercoledì, visto che non è a Roma (giovedì verranno presentate le nuove maglie). La società lo ha accontentato: oggi alle 17, la presentazione, con Baldini, di ritorno dall’estero, con Sabatini e con tutto il suo staff.
Zeman si è fatto un giro al Bernardini, accompagnato prima da Salvatore Scaglia, poi da Tonino Tempestilli, il team manager della Roma zemaniana. Rispetto ai suoi tempi Trigoria è profondamente cambiata, nelle persone e nelle cose. Ad esempio adesso c’è una sala stampa per le conferenze importanti, ce n’è un’altra un po’ più piccola per quelle meno importanti, mentre quella dove si esibiva lui quindici anni fa è diventata la sede della rivista La Roma. Adesso c’è pure un canale televisivo, con tanto di studi, ci sono uno spogliatoio e una sala fisioterapia molto più confortevoli.
Quasi quattro ore all’interno del Bernardini sono servite non solo per il tuffo di amarcord. Il tecnico intanto ha avuto modo di conoscere chi non c’era nella sua prima esperienza romana, vedi Elena Turra e tutti i ragazzi dell’ufficio stampa, Salvatore Scaglia l’attuale team manager, con il quale ha visitato i locali della foresteria, le stanze dei calciatori, gli spogliatoi, la piscina, la palestre, insomma tutto ciò che riguarda la squadra. Zeman si è trovato subito a suo agio, ha scherzato, togliendosi la maschera dell’uomo tutto di un pezzo. Alla fine ha visto una Trigoria più viva, quando c’era lui erano poche le persone che lavoravano lì e più moderna, nettamente migliorata. Alberto De Rossi, tecnico della Primavera, accoglie così il boemo: «È un maestro, continuerà il lavoro con i giovani impostato da Luis Enrique. Lavoreremo in strettissima collaborazione».
Prima di intrattenersi con Sabatini e Fenucci, Tempestilli gli ha fatto fare un giro sui campi di allenamento. Con il ds, Zeman ha parlato di mercato: ribadita la volontà di andare a prendere qualche gioiellino del Pescara. Da Insigne a Verratti, passando per Capuano.