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IL ROMANISTA Da Bodini a Pluto Il Core de Roma corre in Kawasaki

Aldair

(M. Izzi) – Eccoci al secondo blocco di accesso alle cinquine per la Hall of fame dell’AS Roma, quella riservata ai “Difensori”.

Ne fanno parte 24 elementi che hanno militato in tutte le epoche della storia giallorossa. Iniziamo subito con due “Gronchi rosa”. Ci sono solo tre nominativi tra gli 85 presenti nella griglia di partenza, che possono vantare un solo anno di militanza nell’AS Roma. Uno di coloro a cui è riuscito questo sbalorditivo risultato è naturalmentePietro Vierchowod. Un anno solo dicevamo, ma un contributo importantissimo nell’economia della conquista del secondo scudetto.[…]

Passiamo ora invece ad uno straniero, Pluto Aldair, che ha collezionato una serie di record impressionanti nella storia del club. Primo atleta ad aver conquistato Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Italiana (anche se non venne schierato nella gara contro la Fiorentina), Campione del mondo durante l’appartenenza al Club (1994) e primo calciatore della storia della Roma ad aver disputato due finali mondiali (1994–1998) durante il medesimo periodo. Potremmo continuare ricordando la fascia di capitano (poi lasciata a Totti) e il suo rendimento eccezionale, ma il suo ricordo è troppo vivo nella memoria dei tifosi per indugiare oltre nel racconto. Direttamente dall’epopea di Testaccio, gloria eterna a Renato Bodini e al suo tiro violentissimo (più di una volta ha sfondato la rete della porta), ad Aldo Donati, il “carrarmato” che sotto la pioggia usciva palla al piede magari ricoperto di fango, senza mollare mai e ancora grazie a capitan Andrea Gadaldi e all’immenso, indimenticabile, Attilio Ferraris IV.

Tanti atleti hanno portato la Roma nel cuore, Attilio, primo capitano, campione del mondo nel 1934, ha fatto di più, il suo cuore lo ha trasmesso alla Roma. Le ha regalato i suoi eccessi furibondi, la sua grinta, la sua esuberanza fisica … il suo modo scanzonato di guardare alla vita, le sue rovesciate sotto il monte dei cocci, fino a quel giuramento urlato nello spogliatoio di Testaccio: “Chi s’estranea dalla lotta …”. Ancora gloria con Eraldo Monzeglio, due volte campione del mondo (1934–1938), vice campione d’Italia nel 1936, poi consigliere del presidente Bazzini nell’anno del primo tricolore. Quello scudetto che la Roma poté cucirsi addosso anche grazie all’eleganza di Luigi Brunella e all’esuberanza di Sergio Andreoli. Tutti in piedi, poi di fronte ad una coppia di extraterrestri, Giacomo Losi (Core de Roma) e Francesco Rocca (Kawasaki). Tanto grande è il loro ruolo nella storia di questa società che siamo certi che saranno protagonisti, nei rispettivi ruoli, dei voti espressi dai tifosi. Sempre rimanendo su livelli di eccellenza grandiosa, ecco la coppia Vincent Candela, Sebastiano Nela. Entrambi campioni d’Italia, entrambi amatissimi dal pubblico romanista. Il primo campione del Mondo e campione d’Europa con la nazionale francese, il secondo, unico atleta della storia della Roma ad aver disputato due finali europee (Coppa Campioni e Coppa UEFA). Note di merito e squilli di tromba anche per due capitani, Sergio Santarini e Armando Tre Re su cui non tramonterà mai il sole.

Il primo, fedelissima bandiera degli Anni Settanta, il secondo, guida coraggiosa nell’anno del ritorno in serie A. Agli antipodi ma entrambi importanti Amos Cardarelli e Cafu. Romano verace dalla testa ai piedi il primo, brasiliano il secondo. Alfiere del ritorno in A il primo, campione d’Italia il secondo con un fiore all’occhiello strepitoso, è il primo calciatore della storia della Roma a vincere da capitano della sua nazionale il titolo di Campione del mondo. […]

Completano questo sontuoso organico Zibi Boniek (nella doppia veste di difensore e centrocampista) un fuoriclasse vero e ancora Christian Panucci vincente per antonomasia, Antonio Tempestilli e Aldo Bet entrambi con in bacheca una Coppa Italia. Scegliere tra questi nominativi non sarà impresa semplice per nessuno.

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