(C. Zucchelli) – Dove non arrivano più le gambe, dove il fisico sta per dire basta dopo 44 partite in stagione, ci sono la testa, il cuore e, soprattutto, la voglia di vincere.
Daniele De Rossi è a un passo da una storica doppietta: Mondiale e Europeo, come Vincent Candela, tanto per restare in casa Roma. E come solo Dino Zoff ha saputo fare prima con la maglia azzurra. Daniele e gli altri reduci di Berlino 2006 – Buffon, Pirlo e Barzagli – sono pronti a raggiungerlo. Contro l’avversario che più giusto non poteva esserci: la Spagna. Già, la Spagna che battendo la Croazia ha consentito all’Italia di Prandelli di non tornare mestamente a casa con le ossa rotte dopo l’eliminazione nel girone. E già, la Spagna. Che dopo anni di nulla ha iniziato il suo ciclo vincente proprio in una notte europea contro l’Italia.
Impossibile per De Rossi dimenticarla. È il 22 giugno del 2008, quarti di finale. I tempi regolamentari si chiudono sullo 0-0, nei supplementari la situazione non si sblocca. Si va ai rigori. Segnano Villa, Grosso e Cazorla. Poi tocca a De Rossi. Daniele, maglia bianca e 10 sulle spalle, si fa parare il destro incrociato, brutta copia del rigore di Berlino segnato a Barthez. Non guarda il portiere, guarda il pallone. E sbaglia. L’errore di Di Natale, poco dopo, completerà il quadro. A Vienna quella sera non sta benissimo, ma gioca comunque una grande partita partendo da faro del centrocampo per ritrovarsi, come al solito, a fare quasi lo stopper aggiunto. «Mi dispiace per tutti i tifosi italiani – le sue parole a fine gara – conto di rifarmi prima possibile». Domani, più che mai, è la notte della rivincita. Finiti gli Europei per Daniele arriveranno le vacanze. Tre settimane di relax completo, poi dovrebbe iniziare ad allenarsi per essere a disposizione di Zeman entro fine mese. Con ogni probabilità si unirà ai compagni dopo la tournée americana.[…]