(L. Pelosi) – La beffa sarà grande e farà male. E’ il primo pensiero che viene in mente alla notizia che anche il Napoli è coinvolto nel calcioscommesse. Non proprio una notizia, in verità. Alcuni fatti erano noti già da tempo, ma ieri la procura federale ha convocato il tecnico del Napoli Walter Mazzarri, l’attaccante della Juventus Fabio Quagliarella e Giuseppe Mascara del Novara. Le nuovi audizioni che inizieranno lunedì 2 luglio riguardano il filone di Napoli dopo che gli atti dell’inchiesta sono stati trasmessi nelle scorse settimane dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo. E ci sono altri calciatori, oltre a questi tre. Un giorno potrebbe essere deferito anche il Napoli, quindi. Non la Juve, perché la convocazione di Quagliarella riguarda comunque fatti risalenti alla sua permanenza in azzurro. Napoli che, secondo quanto vuol fare la Figc in barba ai regolamenti Uefa, parteciperà alle coppe europee. Come la Lazio, ad esempio, che non è ancora stata deferita (nonostante le carte fossero arrivate alla procura federale insieme a quelle di altre situazioni per le quali invece i deferimenti ci sono già stati, e ci si riferisce a società che non hanno il problema delle coppe europee). Il biscotto italiano, insomma, è sempre lì, in agguato. Il nostro calcio evidentemente non può farne a meno. Salvatosi da Spagna-Croazia, ed ora brillantemente arrivato alla semifinale dell’Europeo, prova a biscottare se stesso, iscrivendo comunque le squadre coinvolte alle prossime coppe. Ma poi, anche se arrivasse il deferimento? «Il deferimento non è altro – ha dichiarato giorni fa il presidente federale Abete – che un atto del Pm, conta la sentenza». Non proprio, secondo i regolamenti Uefa che, è sempre bene ribadirlo, recitano: «Il club non deve essere stato implicato, direttamente o indirettamente in alcuna attività mirata ad alterare o influenzare il risultato di una gara a livello nazionale o internazionale». A questo proposito, lo stesso Abete aveva ribadito: «La Uefa tende a responsabilizzare le federazioni, anche se può sempre avviare un’indagine aggiuntiva». Quella frase, «la Uefa tende a responsabilizzare le federazioni», si può anche ribaltare facilmente: la Uefa “si fida” delle federazioni, di quella italiana in particolare. E allora l’aria che tira non profuma certo di buone notizie. E’ un’aria già respirata in passato. Ad esempio nel 1982 e nel 2006, quando due grandi scandali del calcio italiano (il totonero e calciopoli) coincisero con due grandi vittorie della nostra Nazionale. Il “Mundial” spagnolo produsse addirittura un’amnistia, mentre nel 2006 basta guardare la differenza tra le sentenze di primo grado (già squilibrate in partenza e quindi suscettibili di “aggiustamenti” e quelle di appello). Ora siamo alle prese con un altro scandalo e l’Italia sta andando avanti agli Europei, essendo tornata nelle prime 4, come non accadeva dal 2000. Nelle prossime coppe europee, quindi, potremmo avere iscritte tre squadre (Napoli, Udinese e Lazio), che poi potrebbero essere condannate e quindi escluse dalla Uefa a competizioni in corso. Al termine della stagione poi magari qualcuno si lamenterà pure se l’Italia perde punti nel ranking.