(M. Bianchini) – Sono stati scomodati articoli dei regolamenti sportivi in materia disciplinare, sono state riportate fedelmente le solenni dichiarazioni di Platini, Petrucci e Abete, considerate un rassicurante deterrente, a cui avrebbe dovuto ispirarsi la magistratura, invitata a trasformare lo spauracchio in sentenze esemplari.
Naturalmente parliamo dello scandalo delle scommesse. Al concreto insorgere del fenomeno, che successivamente portò agli arresti, ai deferimenti e alle prime sentenze, i condottieri principe del calcio nostrano ed europeo si affannarono nella gara dialettica per la palma del miglior “fustigatore”. Dalla “tolleranza zero”, al “non guarderemo in faccia nessuno” , per finire con il “i colpevoli non devono giocare più a pallone”, come disse lo stesso presidente dell’Uefa Platini. Tuttavia l’inquietante foto del biscotto sulla prima pagina del “Romanista” continua a ronzare nella mente. Essa sembra nascondere il sospetto che i pasticcieri della premiata ditta del taralluccio si stiano preparando a tornare in piena attività.
Ormai non vale più il giro di parole. Va sparato dritto, senza esitazione: la Roma ha diritto di partecipare al torneo di Europa League. Siamo stati fin troppo eleganti con chi ce lo vorrebbe impedire. Più che una provocazione, va messa in risalto la norma universale a difesa dell’onestà. Si parla di ristrettezza dei tempi tecnici , di salvaguardia della difesa, del rispetto dei regolamenti e così via.(…) Nessuno vuole attentare agli ordinamenti costituiti. Ma neppure va trascurato il codice etico che nel caso specifico richiede interventi straordinari. Gli esempi spesso rendono meglio il concetto. Immaginiamo uno scenario anche se, soprattutto, se lo dovrebbe figurare Platini. Calcio d’inizio in un qualsiasi stadio che ospita il torneo europeo. Il biondo capitano ostenta la sua fascia e allunga il braccio omaggiante il solito gagliardetto. Forse alla gente e agli avversari, potrebbe venire in mente di curiosare sulla sua notorietà. “Ma si, ricordo, è uno dei capi della banda scommesse che fu rinchiuso in carcere”. Il vicino curioso insiste: “Allora perché è qui a giocare?”. Domanda legittima che trova una risposta difficile da far digerire al popolo del calcio e di quello comune :”occorre rispettare i tempi della giustizia sportiva”.
La scenetta pensata , non è affatto fuori dalla realtà e potrebbe moltiplicarsi in altre decine di stadi di ogni angolo d’Europa, fino a dilagare come una pericolosa macchia d’olio. Platini non aveva minacciato di non permettere di giocare più a pallone chi risultasse coinvolto nello scandalo? Viene da dubitare che il presidente avesse riflettuto bene prima di rispondere. Forse non gli sarebbe sfuggito che addirittura un suo iscritto, reduce dalla visita nella patrie galere, è lì sul campo, insieme alla squadra ancora indenne dall’accusa di responsabilità oggettiva, a “difendere la credibilità del torneo”. Troppo macroscopico, inconcepibile, vergognoso. (…) E’ accaduto un fatto eccezionale e non può bastare il pretesto della ristrettezza dei tempi ad imporre l’uso della provvisoria spugnetta del ritegno. Urge trovare in fretta qualche escamotage che non dovrebbe mancare nella stanza dei “cervelli”.
Nell’attesa, probabilmente vana, noi avanziamo una proposta confezionata sulla base di un responsabile ragionamento. Si faccia slittare l’inizio dell’Europa League fin quando nell’elenco del torneo non figureranno quelle squadre legittimate a parteciparvi. A fine stagione non ci sono impegni delle Nazionali. Allungare di qualche settimana non sembra un dramma. Neppure se se si scegliesse di sfruttare appena un paio di turni infrasettimanali, magari a ridosso delle festività natalizie. Scegliessero quel che vogliono. Restando nel nostro orticello che più ci interessa, ma anche per la credibilità del calcio intero, torniamo a gridare: per aver dato esempio di onestà, laRoma non può essere mortificata a vantaggio dell’altra squadretta della Capitale, piccola nelle dimensioni, ma addirittura sfarzosa nel’immoralità, a cominciare dal suo squalificatissimo capo, che vive all’ombra dell’impunità. Monsieur Platini, la Roma e le consorelle paladine del decoro, attendono sue notizie!