(A. Austini) – Pancia in dentro e petto in fuori, parla il generale. Zeman avverte la truppa con un mese d’anticipo: quest’anno ci sarà da sudare. A Riscone dal 5 luglio torneranno le ripetute sui 3.000 metri, insieme ai gradoni e ai copertoni da incollarsi sulle spalle. Un campo militare se paragonato agli allenamenti «moderni», la normalità per Zeman. «A me dicono di essere antico – spiega il boemo a Roma Channel – ma ora stanno tornando tutti a fare più “fondo”. Dicono sia massacrante, non capisco: sarà che provengo da altri sport dove ci si allena il doppio o il triplo e non è mai morto nessuno. Ripristinerò le doppie sedute. I ritiri pre-partita? Alla Lazio non li facevo, alla Roma secondo me è utile farli…».
«Sdengo» entra poi nello specifico del suo piano. «Spero che i ragazzi si adatteranno a me. Abbiamo tanti giocatori di talento e cercheremo di sfruttarli per fare dei risultati». La strada tattica è un’inversione a «u» rispetto al percorso di Luis Enrique. «Nel mio calcio – chiarisce il boemo – cerco di eliminare le cose inutili e per me il passaggio orizzontale lo è se non c’è nessun avversario che ti copre: è solo “prestarsi” la palla». Attacchi veloci e sempre in verticale, allora, e guai a provarci da fuori area. Perché i tiri dalla distanza io li chiamo “i tiri della disperazione”».
L’allenatore specifica la sua visione di De Rossi. «Per me non è un regista alla Pirlo ma un centro mediano che può dare equilibrio e può avere accanto giocatori tecnici. A Foggia avevo Barone e Shalimov». Nella Roma ci saranno Marquinho (prossimo il riscatto) e Pjanic. «Lo vedo come interno» specifica Zeman sul bosniaco. Tottirimane «il giocatore più forte che ho avuto ma sono un po’ “tanti” i due infortuni che ha subìto. L’Europa League? Spero di giocarla». Pillole di mercato: Sabatini è a Milano da due giorni, dopo Dodò e Castan ha bloccato Thomas del Flamengo e sta cercando di abbassare il prezzo di Kjaer. Intanto Preziosi conferma l’interessa della Roma su Destro.