(A. Serafini) – È fatta, o quasi. Nonostante manchi ancora l’ufficialità, il grande giorno del matrimonio tra Zeman e la Roma è ormai ad un passo. Questione di ore e poi l’unione potrà dirsi definitiva. Un ritardo dovuto anche agli intoppi burocratici che il boemo ha dovuto affrontare con la questura di Pescara (dopo il furto subito mercoledì nel suo appartamento), che lo hanno tenuto indaffarato in tutta la giornata di ieri. Tra chi giura di averlo visto già nella capitale nella tarda nottata e chi proverà ad aspettarlo questa mattina nel solito bar del quartiere Fleming, tutti i dubbi verranno dissipati nella giornata di oggi, quando Zeman si incontrerà(probabilmente a Trigoria) l’intera dirigenza giallorossa. Stabilite le cifre dell’accordo: un anno di contratto con l’opzione per il secondo a circa un milione di euro più bonus e qualche dettaglio da limare sulla composizione dello staff tecnico. Con l’arrivo dei collaboratori Ferola e Cangelosi, il nuovo allenatore avrebbe richiesto anche il supporto di Giacomo Modica, uomo di fiducia e suo vice in panchina negli anni passati in Turchia con il Fenerbace. Domani il tecnico tornerà di nuovo a Pescara per partecipare al Memorial dedicato al suo grande amico e fido preparatore Franco Mancini, scomparso lo scorso 30 marzo. Con la firma in tasca e la testa proiettata alla Roma del futuro, il boemo in accordo con la società giallorossa, ha comunque preferito ritardare ogni comunicazione per vivere al meglio l’ultima serata con la squadra e i tifosi biancazzurri. Annuncio che con tutta probabilità, sarà dato dallo stesso Zeman nella conferenza al termine della gara. «Zdenek andrà alla Roma, ma un pezzo del suo cuore resterà a Pescara. Siamo stati insieme fino all’una di notte per discutere di questo. Abbiamo cenato in barca, abbiamo scherzato e chiacchierato di calcio. Nonostante la sua decisione di scegliere una strada diversa dalla nostra, tra di noi i rapporti sono e saranno sempre ottimi – ha aggiunto il patron a Manà Sport -. La sua scelta è stata inevitabile, per lui tornare nella capitale è sempre stata un’attrattiva troppo forte. Nel corso degli ultimi mesi mi ha sempre tenuto al corrente delle offerte dei tanti club che lo cercavano e dei suoi innumerevoli rifiuti. Avevamo stabilito le date ed il luogo del ritiro, ma poi quando è arrivata la telefonata della Roma, ho capito che sarebbe stato impossibile».