Oramai ex portiere della Roma, Mirko Pigliacelli, è intervenuto ai microfoni de “La città nel pallone” sui 99.8 di RadioIes, per spiegare i motivi che lo hanno portato al divorzio con la Roma. Ecco le sue parole:
Delucidazioni sulla tua condizione contrattuale?
“Io in questo momento sono in vacanza. La Roma ha preso un portiere del 1994 (Svedkauskas) e ora sto decidendo con il mio procuratore cosa fare del mio futuro. Ci sono varie squadre in Serie A dove andare e alcune squadre di serie B da raggiungere in prestito”.
Parma?
“Il 30 giugno sono andato in scadenza con la Roma, senza trovare nessun accordo. Con i ducali stiamo ancora decidendo sulle cifre”.
La Roma non ha puntato su di te. Senti di essere stato scaricato?
“Non mi sento scaricato dalla Roma. Però posso dire che con la nuova società non ho sentito la stessa considerazione che ho avuto negli anni precedenti. Io ho sempre dato il meglio e rispettato il contratto. Non è andata come poteva andare la vicenda, ma forse qualcuno all’interno della Roma pensava che non fossi all’altezza di una maglia importante come quella della Roma. Spero di poter smentire tutte queste voci con una carriera importante” .
Alberto De Rossi?
“Non ho avuto modo di sentire il mister, ma lui sa quanto valgo e cosa possa fare sul campo e non”.
C’è una possibilità di rimanere?
“La porta con la Roma, non è ancora chiusa, ma il mio futuro resta incerto. Posso dire che è difficile restare alla Roma ma nella vita non si può mai sapere”.
Su Curci?
“Posso dire che è una persona fantastica. Non possiamo parlare di fine per Curci visto che ha fatto più di 200 partite in serie A”.
Non si sono comportati bene con te nemmeno nella passata stagione?
“Il primo giorno di ritiro ho capito che la società non aveva fiducia in me. Non ho visto un progetto importante attorno a me, a differenza di quanto fatto nelle passate stagioni”.
Roma e Tancredi. Cosa non è andato?
“Io mi sono allenato con grandi portieri come Stek e Lobont per tutta la stagione. Io con Tancredi non sono mai andato d’accordo, forse lui non pensava che io fossi un portiere di calcio”.
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Fonte: La città nel pallone, RadioIes