Erano in più di cento, erano tutti per lui. Quell’uomo è tornato con il suo marchio di fabbrica, gli immancabili gradoni, la sua voce plasmata un po dalle sigarette, un po dall’amarezza assorbita in tanti anni di lotte contro la Juventus e il doping. Parliamo di Zdenek Zeman, il mister. Nel vero senso della parola. Un insegnante senza libri, un artista del calcio, genio e correttezza allo stesso tempo, il boemo oltre all’entusiasmo, ha saputo riportare a Roma quel rispetto di chi non vanta ne progetti, ne teorie, ma solo fatti concreti. E così quando è arrivato questa mattina a Trigoria, Zeman ha ricevuto l’abbraccio più grande, quello del suo popolo che lo aspettava e lo chiamava da anni. Applausi.