(G. Piacentini) – Un assist illuminante che ha portato al gol di Osvaldo (con la complicità di Bojan) dopo 37 secondi; un cucchiaio «alla Totti» per il 2-0, giocate di qualità e qualche errore fisiologico, vista la quantità di palloni toccati.Ma, soprattutto, tanta personalità e la sensazione di essere il giocatore giusto nel cuore del 4-3-3 zemaniano. Non poteva immaginare esordio migliore Panagiotis Tachtsidis, ultimo arrivato insieme a Castan (buona la prima anche per lui) in casa giallorossa: maglia numero 77 come a Verona, sulle spalle il nome di battesimo che in greco significa letteralmente «tutto santo». Ancora troppo poco, nonostante quella romana sia una piazza incline ai facili entusiasmi, per eleggerlo «santo subito» e troppo deboli i polacchi dello Zaglebie Lubin, ma l’inizio è di quelli promettenti. Come lo era stato l’avvio della sua carriera: a 16 anni e 348 giorni è stato il giocatore più giovane ad esordire con la maglia dell’Aek Atene.
Per lui si era esposto Zeman a Riscone, quando non era ancora ufficialmente giallorosso: «Prendimi questo giocatore, te lo trasformo in un campione», è stata la confessione di Walter Sabatini sulla richiesta del boemo, che poi aveva aggiunto: «Davanti alla difesa giocheranno Tachtsidis o De Rossi». Se il greco confermerà le qualità messe in mostra a Chicago, non è una follia pensare a De Rossi spostato nel ruolo di intermedio. In attesa che Capitan Futuro recuperi la formamigliore — oggi ricomincerà a correre a Trigoria — il ruolo di regista è in buone mani. Questa la sintesi di Zeman sul 4-0 finale (Osvaldo, Panagiotis, Lamela e Bojan, tutti nel primo tempo, Totti è entrato nella ripresa, giocato da esterno sinistro e colpito uin palo): «Sono soddisfatto a metà: nel primo tempo abbiamo creato, nel secondo no. Mi interessava vedere Bradley e Tachtsidis, che può darci qualcosa in più nella visione di gioco. Mi interessa la mentalità: l’azione di squadra ti risolve il problema anche quando non sei al 100%. Dobbiamo impararlo».